Pier Paolo Brega Massone

Aperta e subito chiusa. È durata solo pochi minuti la prima udienza del processo contro l’ex primario della clinica ospedaliera Santa Rita, Pier Paolo Brega Massone. La Corte d’Assise penale di Milano ha, infatti, deciso di rinviare e aggiornare il dibattimento al 27 febbraio prossimo, «per problemi legati alle notifiche alle persone offese» come spiegato dal Presidente Piero Gamacchio.

Si tratta del secondo processo per il chirurgo di quella che le cronache hanno ribattezzato “Clinica degli orrori”. Già condannato a 15 anni e mezzo di carcere per un’ottantina di casi di lesioni nei confronti dei pazienti, il medico è ora a giudizio per l’omicidio volontario di quattro persone. Le vittime di 89, 85, 82 e 69 anni, persero la vita nel 2006 nella sala operatoria della Santa Rita per «un’errata manovra chirurgica, un’insufficienza respiratoria, un’aggressione chirurgica e puro accanimento» secondo le ricostruzioni della Procura.

Come riportato nelle carte, gli interventi sarebbero stati aggravati dalla crudeltà ed eseguiti inutilmente per gonfiare i rimborsi del sistema sanitario nazionale. Insieme al medico sono stati rinviati a giudizio anche i due aiuti, Pietro Presicci e Marco Pansera, già condannati nel primo filone a nove anni e nove mesi e a quattro anni e quattro mesi rispettivamente, e un’infermiera e cinque anestesisti accusati di favoreggiamento e concorso.

La vicenda vede per la prima volta in Italia un chirurgo processato per omicidio volontario di pazienti che non avrebbero dovuto finire sotto i ferri. Le motivazioni alla base delle scelte mediche, come sottolineato dai pm, «non sono riconducibili a una condotta semplicemente imprudente, né a un accanimento terapeutico, ma sono conseguenza della precisa scelta di privilegiare il valore del Drg -il parametro di rimborso per le cliniche convenzionate- rispetto alla valutazione della sua opportunità nell’interesse del paziente». Solamente tra tre mesi riprenderà il processo, mentre prosegue il conto alla rovescia per la prescrizione.

Silvia Morosi