Parte tutto da una sveglia in Piazza della Scala. Diecimila persone stanno strette, l’una accanto all’altra, tra bandiere arcobaleno e striscioni colorati. In mano stringono orologi, cronometri e smartphone. I più sprovveduti hanno solo un mazzo di chiavi. Ma è abbastanza per farsi sentire. Perché quando le lancette toccano le 15:40 scatta il primo trillo. Che si moltiplica dieci, cento, mille volte. Per tre lunghissimi minuti Milano si ferma e i sì alle Unioni Civili diventano una grido solo.

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Questa è l’immagine variopinta che rimane in testa a chi, sabato 23 gennaio, camminava sotto la facciata spenta di Palazzo Marino. Una giornata storica per l’Arcigay e per tutti i sostenitori della parità di diritti tra eterosessuali e omosessuali. La manifestazione #svegliaitalia, organizzata in parallelo in altre 100 città italiane, ha chiesto a gran voce una cosa sola: l’approvazione del disegno di legge Cirinnà in discussione al Senato il 28 gennaio. Se il testo fosse approvato così com’è sarebbero due le grandi novità: l’istituzione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso e l’introduzione della stepchild adoption, l’adozione del figlio naturale del compagno.

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«L’Italia è uno dei pochi paesi europei che non prevede alcun riconoscimento giuridico alle coppie dello stesso sesso- spiegano dall’Arcigay Milano- le persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali non godono delle stesse opportunità degli altri cittadini italiani pur pagando le tasse come tutti. È una discriminazione insopportabile e priva di giustificazione». Uno sdegno che in piazza si poteva leggere a caratteri cubitali sugli striscioni: “Sono tradizionale!Mi voglio sposare”, “È scattata l’ora dei diritti civili!”, “Italia svegliati!”.

Le Unioni che dividono la politica
Il successo della manifestazione rappresenta anche una risposta della città alla scelta di Regione Lombardia di sostenere il Family Day, la mobilitazione in favore della famiglia tradizionale in programma a Roma il 30 gennaio. È di pochi giorni fa infatti l’esposizione dell’omonima scritta luminosa sulla facciata di Palazzo Pirelli. Ma il presidente Roberto Maroni non si lascia intimidire dalle critiche: «Noi andiamo avanti per la nostra strada: la famiglia come società naturale si basa sul matrimonio».

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Una posizione netta non condivisa però dall’amministrazione comunale milanese. Dal palco dello #svegliaitalia Giuliano Pisapia è stato caustico. Il sindaco di Milano si è detto contrario alla posizione della Regione sottolineando invece «come l’Italia sia rimasta indietro sulle Unioni Civili e che è proprio da questa vergogna che bisogna trovare il coraggio per cambiare le cose».

Al Parlamento quindi l’onere della decisione.

Diana Cavalcoli