BiciDopo l’appello del sindaco Giuliano Pisapia di ottobre, per una maggior responsabilizzazione dei ciclisti milanesi, il rapporto tra le due ruote e la città torna a far parlare di sé. A riaccendere il dibattito è la proposta dei consiglieri regionali, Maria Teresa Baldini (PPI), Riccardo De Cordato (FdI) e Carlo Borghetti (Pd) di targare obbligatoriamente le bici e punzonare i telai, ovvero imprimervi un codice per creare una vera e propria anagrafe delle biciclette.

Ad ogni codice sarebbe associato il nominativo del proprietario, i cui dati entrerebbero in un archivio informatico consultabile da parte degli enti autorizzati. Ma secondo l’ong Salvaciclisti, attiva sul territorio nazionale, “la targa per le biciclette è un’utopia”. I responsabili della campagna a favore dei diritti di chi va in bici spiegano come in Svizzera – ad esempio – il governo abbia rinunciato alla targatura della due ruote già nel 2012, per le difficoltà pratiche del progetto. Tre le obiezioni principali: l’inevitabile creazione di un sistema di assicurazioni tali da rendere costoso avere una bici, il fatto che i possessori potrebbero essere anche minori e la constatazione pratica che a un proprietario potrebbero appartenere più biciclette.

I consiglieri regionali restano però convinti: “La bici rientra a tutti gli effetti tra i veicoli e pertanto la sua circolazione deve essere soggetta alle norme del codice stradale”. Insieme alla targatura verrebbe inserito nella due ruote anche un microchip utile per la lotta ai furti. Un’iniziativa accolta con maggior favore dai ciclisti meneghini. Milano è infatti la città italiana più colpita dai ladri di bici: nel 2013, su 606 intervistati in 465 hanno subito un furto e solo il 21 per cento l’ha denunciato.

Diana Francesca Cavalcoli