Grazie ai racconti delle ragazze aggredite, ai video fatti con i telefonini e alle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza, la Squadra mobile di Milano ha identificato e fermato il 12 gennaio due dei 12 ragazzi indagati per le violenze di Capodanno in piazza Duomo. La misura cautelare è scattata per i gravi indizi a loro carico «di presunte violenze sessuali quasi complete, accompagnate da rapine» e per il timore degli inquirenti che i due potessero scappare e far perdere le loro tracce. La convalida da parte del Giudice per le indagini preliminari di Milano e Torino potrebbe arrivare il 14 gennaio. Mentre Il Comune di Milano ha deciso di costituirsi parte civile nel processo.
I due fermati – Si chiamano Abdallah Bouguedra, 21 anni, italiano di origini marocchine, e Abdelrahman Ahmed Mahmoud Ibrahim, 18, nato in Egitto ma in Italia dal 2019, e al momento si trovano in carcere, rispettivamente a Torino e Milano, le città in cui risiedono. I due sono accusati di aver aggredito e rapinato due ragazze in via Mazzini (il video dell’aggressione è stato il primo a circolare in rete). A Ibrahim, insieme ad altri, è imputata anche una seconda violenza con rapina, ai danni di un gruppo di quattro amiche in Galleria Vittorio Emanuele. Nelle abitazioni dei fermati è stato ritrovato materiale informatico e abiti che corrisponderebbero a quelli indossati la sera di Capodanno. L’aggiunto Letizia Mannella e il pm Alessia Menegazzo hanno motivato il fermo riferendo che i due potrebbero «commettere altro analogo delitto» e che, visti i loro contatti all’estero, i due potessero tentare la fuga. Entrambi rifiutano le accuse e si sono dichiarati innocenti. L’avvocato del 18enne ha chiesto gli arresti domiciliari per il suo assistito, ma sarà il gip Rafaella Mascarino a decidere nei prossimi giorni se convalidare il fermo e se confermare la misura di custodia cautelare in carcere.
Le indagini – Le prove a carico dei due ragazzi fermati sono state raccolte durante le 18 perquisizioni scattate martedì 11 gennaio a Milano, Rozzano, Bergamo e Torino. Le testimonianze delle vittime, le immagini raccolte dalle telecamere di sorveglianza, i video girati la notte di Capodanno hanno permesso agli inquirenti di identificare con sistemi di riconoscimento facciale i componenti dei tre branchi responsabili delle aggressioni. I 12 ragazzi al momento indagati hanno tra i 15 e i 22 anni, tre di loro sono minorenni. Dovranno rispondere alle accuse di violenza sessuale, rapina e lesioni.
La notte delle violenze – Le ragazze che hanno denunciato le aggressioni sessuali nella notte tra il 31 dicembre e l’1 gennaio sono attualmente 9. Ed è proprio grazie ai loro racconti che gli inquirenti hanno potuto ricostruire la dinamica dei fatti. Avvicinate inizialmente con una scusa da uno o due ragazzi, in un secondo momento le vittime sono state circondate dal resto del branco per essere rapinate e aggredite sessualmente. Si sono trovate davanti un “muro umano” e a poco sono servite le suppliche agli aggressori o le richieste di aiuto, entrambe coperte dalle urla concitate di chi assisteva. «Erano tutti addosso a noi e non capivamo chi stesse facendo cosa», hanno raccontato alcune delle ragazze coinvolte.