Nichi Vendola

Nichi Vendola

Bersani si sta rilassando un po’ troppo. È questo il senso dell’intervento di Vendola a Radio Capital di Martedì 12 febbraio. “Sì, ogni tanto mi viene voglia di stimolare, pungolare Bersani, e se non facesse così freddo direi al centrosinistra ‘andiamo a piedi nudi nel parco”.  Il leader di Sel risponde così a una domanda sulla vignetta di ElleKappa che ironizzava sulla tendenza “pantofolaia” di Bersani: la campagna elettorale è partita col piede sbagliato perché il segretario del Pd non ha trovato l’altra pantofola.

E a dar ragione a Vendola arriva anche l’analista politico Roberto D’Alimonte che in un’analisi pubblicata sul Sole 24 Ore sottolinea come la vittoria del Pd alla Camera non è scontato come può sembrare. “Ci sono due modi per vincere le elezioni. Uno è quello di rincorrere il tuo avversario e superarlo conquistando un voto in più. L’altro è quello di vedere il tuo avversario perdere voti”.

L’emorragia di consensi del Pd non dipende solo dall’incessante presenza mediatica di Berlusconi. Certo non aiutano nemmeno la possibile alleanza con Monti paventata da Bersani, o lo scandalo di Mps. Ma secondo D’Alimonte la responsabilità principale della mutata situazione è da attribuire alla strategia “di rimessa” di Bersani. “Dove sono i volontari che hanno animato il confronto per le primarie? Non bastano i social media per fare una campagna elettorale – si chiede D’Alimonte – Servono anche le piazze e il porta a porta”. Secondo i sondaggi Ipsos la coalizione del centro sinistra ha perso quasi 10 punti di percentuale in 10 mesi: Il 4 dicembre Pd+Sel stavano al 43%. Oggi si attestano, secondo gli ultimi dati pubblicabili, ovvero quelli del 9 febbraio, al 34,9%.

“Il Pd – prosegue Vendola – per molte settimane è vissuto nella condizione di chi pensa di poter far scivolare la coalizione verso la vittoria, di vincere semplicemente per forza di inerzia. Certo per un uomo serio come Bersani il tema è distinguersi da imbonitori e televenditori, da promesse fasulle e bugiarde, dallo stile del principe del cabaret, però il punto é che si fa fatica a fare entrare nella campagna elettorale il profilo reale del paese, un paese spaventato, addolorato, inquieto”.

Maria Elena Zanini