Foto di: La Sestina

C’è anche Lola, beagle femmina di un anno, alla presentazione milanese del Movimento Animalista. La vivace cagnolina, della responsabile di Abbiategrasso Susanna Fusari Imperatori, abbaia un paio di volte e alla fine è la star della foto di gruppo, salendo al centro del tavolo della sala stampa di Palazzo Marino. È questo lo spirito della nuova formazione politica fondata da Michela Vittoria Brambilla, che in vista delle elezioni ha le idee chiare sul programma («La priorità è l’abolizione della caccia, ed è anche ragionevolmente fattibile», dice il componente della consulta nazionale e responsabile di Milano e provincia Roberto Cavallo) ma non scioglie ancora ufficialmente i dubbi sullo schieramento («In questa fase neanche Renzi o Berlusconi sanno le alleanze. Si faranno dopo il voto»).

Alimentazione e sperimentazione -«Noi all’in bocca al lupo rispondiamo viva il lupo», scherza Cavallo, al fianco della responsabile della Lombardia Manuela Gigante e al vicepresidente nazionale Edgar Meyer, storico militante dei Verdi. Ma per il momento il ruolo di Meyer nel Movimento è congelato visto il suo impegno a Roma come consulente della giunta Raggi per il benessere animale. Nell’agenda «per un’Italia migliore» si parte ovviamente dai diritti: «Riconoscimento in Costituzione degli animali come esseri senzienti». Inasprimento delle pene per chi li maltratta, ricostituzione del Corpo Forestale, abolizione della caccia e divieto di utilizzali nel circo i punti chiave. Alimentazione e sperimentazione sugli animali per la ricerca sono gli argomenti che creano più dibattito. Si parla di «cultura Veg» e Cavallo spiega: «Non vietiamo a nessuno di mangiare carne, perché sappiamo che è un costume sociale che si perde nella notte dei tempi. Vogliamo però convincere la gente che si può vivere bene anche senza uccidere gli animali, o uccidendone meno, quindi riducendo il numero di volte in cui mangiare la carne durante la settimana». Sulla sperimentazione animale l’obiettivo è quello di una «graduale abolizione», dice Meyer.

Da sinistra: Serena Bassi, Roberto Cavallo (responsabile Milano), Manuela Gigante (responsabile Lombardia) e Alessia Maresca (vice responsabile di Milano). Foto di: La Sestina

Non solo animali – Ma il programma del Movimento Animalista è molto più ampio. Trovano spazio l’ambiente (con “premi” per aziende e privati virtuosi dal punto di vista del basso impatto inquinante), il fisco (con l’introduzione di una “flat tax“), i diritti civili, la bioetica («La difesa della vita è un valore assoluto, non siamo contro la legge 194 ma l’aborto non può essere considerato un metodo contraccettivo»), la sicurezza (più poliziotti e carabinieri di quartiere, più militari se necessario), l’immigrazione (accoglienza sì, ma solo per «gli aventi diritto»), le riforme (riduzione del numero dei parlamentari a 100 senatori e 250 deputati) e l’Europa («Il futuro è nell’Ue, ma Unione e Euro vanno riformate e ripensate».

I sondaggi – C’è insomma un progetto di partito a 360 gradi, con l’obiettivo di entrare in Parlamento alle elezioni della primavera 2018. Per farcela bisognerà superare la soglia del 3%: un sondaggio Ipr Marketing di inizio novembre presentato durante la trasmissione tv “Carta Bianca” condotta da Bianca Berlinguer su Rai Tre attribuisce al Movimento Animalista l’1.5% dei voti certi e un 3.5% di potenziale. Molti pensano che alla fine ci sarà un accordo con la coalizione di centrodestra, nonostante l’esempio dichiarato sia il Partito degli Animali olandese, fondato nel 2002 da Marianne Thieme e appartenente al gruppo europeo Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica. «Ma è il Movimento Animalista italiano che vuole porsi come modello per gli altri Paesi europei», chiosa Meyer.