«È un risarcimento per una ingiustizia secolare che è stata una delle fonti culturali e sociali delle disuguaglianze di genere». Così il senatore Pd ed ex ministro della Cultura Dario Franceschini, ha spiegato il senso della nuova proposta lanciata a freddo durante l’assemblea dei senatori Dem: assegnare ai figli solo il cognome materno. L’argomento tuttavia non è nuovo: se ne parla da tempo, almeno dal 2022 dopo una sentenza della Corte costituzionale
Il percorso – La Consulta aveva stabilito che il cognome del figlio deve comporsi con i cognomi di entrambi genitori o di uno dei due a scelta della coppia. Il provvedimento chiariva però che non era possibile attribuire il solo cognome materno: da qui il suggerimento lanciato da Franceschini, che supera il dettato della Corte e rovescia completamente la prassi in vigore per secoli in Italia, ossia l’obbligo di attribuire ai figli il cognome paterno. L’ex ministro ne ha parlato durante l’assemblea dei senatori del Pd, convocata per esaminare i provvedimenti in sospeso in commissione Giustizia al Senato. Tra questi anche quattro testi riguardanti il doppio cognome, presentati a partire dal 2022 da Julia Unterberger (Autonomie), Simone Malpezzi (Pd), Alessandra Maiorino (M5S) e Ilaria Cucchi (Avs). La proposta di Franceschini diventa dunque il quinto testo e verrà discusso per arrivare a un documento da approvare prima in commissione Giustizia e poi in Aula. A presiedere la Commissione è Giulia Bongiorno (Lega), che per il momento ha dato un parere negativo: «Le proposte sono molteplici e le stiamo analizzando con scrupolo. A mio avviso la questione dei cognomi impone di trovare un punto di equilibrio che non renda nessun genitore invisibile».
Come funziona in Europa – In molti Paesi europei i genitori possono scegliere liberamente il cognome da attribuire ai figli. I due Stati con meno vincoli sono il Regno Unito e l’Irlanda, dove al momento della registrazione della nascita può essere attribuito il cognome del padre, della madre oppure di entrambi i genitori. A queste opzioni si aggiunge la possibilità di scegliere un cognome diverso da quello dei genitori, motivi per cui figli della stessa coppia possono dunque avere cognomi diversi. Il cognome della madre viene assegnato in Austria, ma solo se i genitori non sono sposati e non effettuano una dichiarazione congiunta. A meno che i genitori non scelgano entro sei mesi dalla nascita, anche in Danimarca prevale il nome di famiglia materno. Il doppio cognome è obbligatorio solo in Spagna, regolamentato già nel 1889 con l’articolo 109 del Codice Civile, che riconosce ai genitori il diritto di determinare l’ordine di comune accordo. Il provvedimento più recente è quello tedesco. Nel 2024 il Bundestag ha approvato una riforma che permette ai genitori di attribuire ai figli un doppio cognome: le nuove regole entreranno in vigore dall’inizio di maggio 2025. Tra i casi più particolari la Bulgaria e la Lituania. La tradizione patronimica bulgara prevede che il cognome derivi dal nome del padre, con l’aggiunta del suffisso “-ov” per i maschi e “-ova” per le femmine. Il sistema lituano contempla una duplice scelta: quale cognome trasmettere e in quale forma declinarlo: le figlie nubili, ad esempio, portano una forma del cognome diversa rispetto alle donne sposate. Esce da tutti gli schemi precedenti il Lussemburgo, dove il cognome è scelto per sorteggio.