Enzo Bianco nuovo sindaco di Catania, brinda. Foto Orietta Scardino Ansa

La conferma arriva con i dati del voto in Sicilia che amplificano la sconfitta del Pdl alle elezioni amministrative. Dopo aver perso roccaforti storiche come Imperia, Brescia e Treviso lunedì, il partito di Berlusconi esce male anche dalla Regione che alle politiche del 2001 gli regalò 61 seggi su 61. A Catania il nuovo sindaco è l’ex ministro dell’Interno di centrosinistra Enzo Bianco. Lo spoglio delle schede di 335 sezioni su 335 ha confermato il dato del 50,62% dei voti per il centrosinistra che distanzia di quattordici punti percentuali il sindaco uscente, di centrodestra, Raffaele Stancanelli (36,62% dei voti).

Dovrebbe rimanere fuori dal consiglio comunale il Movimento Cinque Stelle: la candidata Lidia Adorno si è fermata al 3,40%. I grillini non superano la quota di sbarramento del 5% neanche a Messina e Siracusa. Meglio è andata a Ragusa unico capoluogo dove andranno al ballottaggio. Se il boom dello scorso anno la Sicilia aveva fatto da “trampolino” di lancio per l’ottimo risultato di febbraio alle politiche, oggi il M5S ha perso migliaia di consensi.

Scrutinio lento in Sicilia anche per via della doppia preferenza (una classica e una a una donna) creata dal Consiglio regionale con legge dell’aprile scorso. A Messina, dove lo spoglio delle schede non è ancora definitivo, Felice Calabrò candidato sindaco di Partito democratico e Sel supera il 50 % dei consensi. Al secondo posto Renato Accoriniti, leader dei “No Ponte” è al 23,74%. Il candidato del Pdl Vincenzo Garofalo è fermo al 17% dei consensi.

A Ragusa il 23 e 24 giugno ci sarà il ballottaggio. La sfida è tra Giovanni Cosentini, candidato di Pd, Sel e Megafono (29,34% dei voti) e Federico Piccitto del Movimento 5 Stelle (15,34%), che ha superato di soli 177 voti Franco Antoci (Pdl). Anche a Siracusa secondo turno, ma tra il candidato del centrosinistra Giancarlo Garozzo e quello del centrosinistra Ezechia Paolo Reale.

Dopo la sostanziale vittoria del centrosinistra in tutti i maggiori capoluoghi al voto, compreso Roma, ci si interroga ora sulla prosecuzione del governo di larghe intese. Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha parlato di “rafforzamento” del suo esecutivo. Di certo ora il Partito democratico potrà imporre anche alcuni suoi temi e non farsi dettare l’agenda delle cose da fare solo dal Pdl.

Altro tema dell’ultima tornata di elezioni amministrative la sconfitta del Movimento Cinque Stelle e della Lega Nord, che ha perso anche a Treviso dopo vent’anni.Il sindaco “sceriffo” Giancarlo Gentilini ha detto che abbandonerà la politica e che la Lega Nord, dopo Bossi “non esiste più”.

A Roma la larga vittoria di Ignazio Marino è arrivata con un’affluenza al voto di meno del 50% degli elettori. Il Pdl registra, invece, una sconfitta generale e non ci si può nascondere dietro il “non c’era Berlusconi”, semmai nella mancanza di radicamento a livello territoriale del partito.

Nella “rossa” Siena vittoria striminzita del candidato renziano Bruno Valentini (52%) contro il candidato di centrodestra Eugenio Neri (48%). Lo scandalo del Monte dei Paschi ha pesato, ma non abbastanza per togliere la città toscana alla sua tradizione di centrosinistra.

Luigi Brindisi