Mercoledì 5 febbraio il ministro della Giustizia Carlo Nordio e quello dell’Interno Matteo Piantedosi hanno riferito alla Camera e al Senato sul caso Osama Njeem Almasri, il torturatore libico fermato il 19 febbraio a Torino su mandato della Corte penale internazionale, scarcerato e rimpatriato con un volo di Stato due giorni dopo. Le informative, molto tecniche e dettagliate, non hanno chiarito i dubbi e nel complesso, non è stata evocata la “ragion di Stato” per giustificare le anomalie procedurali della vicenda.

Piantedosi ha escluso che il governo abbia ricevuto qualsiasi «forma di pressione indebita assimilabile a minaccia o a ricatto», ed ha sottolineato che «l’aereo di Stato era necessario per la pericolosità» di Almasri. Il ministro Nordio ha accusato la Corte penale internazionale di «errori  grossolani» e i magistrati italiani, intervenuti «in modo sciatto». Il riferimento è al procuratore Francesco Lo Voi, autore dell’iscrizione dei due ministri, del sottosegretario Alfredo Mantovano e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel registro degli indagati per favoreggiamento e peculato. Nordio ha anche confutato la versione presentata finora dal governo, secondo cui la scarcerazione di Almasri sarebbe stata disposta dalla Corte d’appello di Roma e non dal governo. Il «complesso carteggio» della Corte d’appello, ha spiegato Nordio, sarebbe stato trasmesso al ministero il giorno dopo l’arresto di Almasri. Un arresto eseguito senza un consulto preventivo del governo. Risulta tuttavia che fosse stato messo al corrente dell’arresto già il giorno stesso, per poi ricevere l’informativa ufficiale dal procuratore di Roma il 20 gennaio. Sarebbe bastata una risposta al procuratore per sanare il vizio di forma (le richieste della Cpi devono essere trasmesse direttamente al ministro della Giustizia), ma mentre lui stava decidendo era già stato messo a disposizione il volo di Stato per riportare Almasri a Tripoli.

Poi la contraddizione tra i due ministri: Piantedosi ha dichiarato che è dall’atto dell’Aja che ha appreso la pericolosità di Almasri. Per questo l’espulsione. Per il Guardasiglli, invece, lo stesso atto sarebbe «nullo» ed «era in lingua inglese, senza traduzione e con vari allegati in lingua araba». E ancora: «Al ministro della Giustizia compete di presentare alla corte atti e richieste. Il mio ruolo non è solo quello di un organo di transito. Non sono un passacarte».

Grande assente la presidente Meloni, evocata da tutta l’opposizione. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha dato della «vile» alla presidente del Consiglio e dell’«imbarazzante» a Nordio. Schlein aggiunge: «Presidente del coniglio».