Il ministro delle riforme e rapporti col parlamento Maria Elena Boschi (s) con il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan (d), durante la conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri. Roma 11 giugno 2015. ANSA/ANGELO CARCONI

Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e quello dell’Economia Pier Carlo Padoan

«Il ministro Boschi uscirà alla grande. Non ha nulla da nascondere». Pier Carlo Padoan difende la collega coinvolta nella vicenda di Banca Etruria. Dopo il decreto Salvabanche del governo che ha causato la perdita dei capitali a chi aveva comprato obbligazioni dalla banca, il ministro delle Riforme è stata accusata di conflitto di interessi. Suo padre, Pier Luigi, è stato vicepresidente dell’istituto di credito fino al suo commissariamento. E c’è chi ha sollevato sospetti riguardo alla crescita del valore delle azioni di Banca Etruria – il ministro ne possedeva 1.500 – dopo la sua trasformazione in società per azioni. Anche in quel caso fu il governo, per decreto, a intervenire. È questa la motivazione che sta dietro alla mozione di sfiducia al ministro Boschi annunciata dal Movimento Cinque Stelle, dopo giorni di aspre polemiche. Ancora non è chiaro se arriverà solo alla Camera o anche al Senato. La replica del ministro è stata secca: «Vedremo chi ha i numeri in Aula». Quasi impossibile, infatti, che la mozione passi alla Camera dove la maggioranza è blindata. E così Maurizio Gasparri di Forza Italia si augura che si possa votare anche a Palazzo Madama dove i numeri sono più risicati.

Maria Elena Boschi, azionista di Banca Etruria e figlia dell'ex vicepresidente sarà oggetto di una mozione di sfiducia in Parlamento

Il ministro Maria Elena Boschi, azionista di Banca Etruria e figlia dell’ex vicepresidente, sarà oggetto di una mozione di sfiducia in Parlamento

Un’indagine della magistratura per omessa comunicazione di conflitto di interessi intanto ha raggiunto gli ex vertici dell’Etruria. L’ex presidente Lorenzo Rosi e l’ex membro del Consiglio di amministrazione Luciano Nataloni sono accusati dalla Procura di Arezzo di aver ottenuto finanziamenti vantaggiosi grazie al loro ruolo nell’Istituto. Ad attirare l’attenzione degli investigatori un intreccio societario: Lorenzo Rosi è diventato socio di Party srl, l’azienda di Tiziano Renzi, padre del presidente del Consiglio. E anche Nataloni sarebbe coinvolto in questa attività. Ma i giudici si stanno concentrando anche sulla vigilanza di Bankitalia e Consob su Banca Etruria tra il 2013 e il 2014, quando alla vicepresidenza c’era ancora Pier Luigi Boschi. L’obiettivo è capire perché gli obbligazionisti non erano consapevoli dei rischi dei titoli acquistati.

Il ministro dell’Economia si dice convinto che l’attività di controllo non è in discussione: «Piena fiducia a Bankitalia e Consob». E ha annunciato nuove misure del governo per smaltire le sofferenze delle banche e tutelare i risparmiatori: «Il governo sta facendo tutto il possibile per salvare un milione di clienti, un miliardo di depositi e per rimettere in carreggiata le quattro banche e salvare 6.000 posti di lavori».

Lara Martino