Renzi e il ministro per lo sviluppo economico Guidi hanno presentato il piano per colmare il gap sulla diffusione della banda larga in Italia

Renzi e il ministro per lo sviluppo economico Guidi hanno presentato il piano per colmare il gap sulla diffusione della banda larga in Italia

C’è una distanza da recuperare con il resto dell’Europa, ed è quella sulla diffusione di Internet su banda larga. Un ritardo tanto infrastrutturale quanto sul fronte dei servizi, quello dell’Italia, che ha la minor copertura di reti digitali di nuova generazione in Europa, sotto la media di oltre 40 punti percentuali (20 per cento contro il 62 per cento europeo). «L’abc del nuovo alfabeto economico»: il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha definito così la strategia presentata dal governo nella conferenza stampa di martedì 3 marzo, con il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi e il sottosegretario Graziano Delrio.

Copertura – Il piano intende massimizzare la copertura della popolazione prima a 30 e poi a 100 megabit, e fissa come obiettivo temporale il 2020. Entro quella data l’intera popolazione italiana dovrà essere dotata di una connessione a 30 megabit, mentre l’obiettivo minimo per i 100 megabit è del 50 per cento, ma dell’85 per cento come proposito ideale.

I fondi – Ma dove saranno reperiti i fondi? Il governo punta a una sinergia virtuosa tra pubblico e privato per superare gli obiettivi minimi fissati dall’Europa. Saranno proprio i fondi europei Fesr e Feasr (rispettivamente il Fondo di sviluppo regionale e quello di sviluppo rurale) insieme al Fondo di sviluppo e coesione, a fornire i contributi pubblici per sei miliardi complessivi, a cui si sommano i fondi collegati al “piano Juncker”. Una cifra più o meno equivalente dovrà arrivare dai privati, per una migrazione progressiva e concordata verso la nuova rete in fibra ottica. Soltanto due miliardi fanno parte dei piani di investimento già annunciate dagli operatori, ma il governo spera di spingere le aziende a investire ulteriori 4 miliardi. I fondi pubblici saranno utilizzati per agevolazioni fiscali, interventi diretti sulla rete e incentivi all’investimento degli operatori.

La migrazione – Questi fondi saranno utilizzati per favorire la migrazione dal rame alla fibra ottica con la tecnologia “Fiber to the home”, che raggiunge direttamente l’abitazione. Qualora la situazione infrastrutturale di alcune zone non lo permettesse si potranno usare altre tecnologie, come la fibra fino alla strada con collegamento all’abitazione in rame, per arrivare dove necessario anche al wireless e al satellite. La decisione finale spetterà comunque agli operatori, che avranno piena libertà sulle tecnologie da adottare.

Matteo Furcas