Un elettore del Pd su tre voterebbe lui. Il giorno dopo la candidatura ufficiale alle primarie di Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia-Romagna, un sondaggio di Demos lo vede favorito alla corsa verso la segreteria di Via del Nazareno. Staccata la sua ex vice Elly Schlein, preferita solo dall’otto percento dell’elettorato dem.

Per lanciare la sua corsa Bonaccini ha scelto il “suo” circolo di Campogalliano (Modena) dove ha ufficializzato ciò che era nell’aria da tempo: parteciperà alle primarie del PD. L’annuncio è arrivato nella sera di domenica 20 novembre, dopo l’approvazione da parte della direzione nazionale del partito di regole e date del congresso. La prima votazione si terrà il 12 febbraio 2023, mentre le primarie tra i due candidati più votati sono previste il 19 febbraio. Grazie a una modifica dello statuto la competizione sarà aperta anche ai candidati non iscritti al partito.

Il governatore dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini (Fonte: ANSA/Fabio Frustaci)

Il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini (Fonte: ANSA/Fabio Frustaci)

Il discorso di Bonaccini. Il governatore dell’Emilia-Romagna ha parlato per mezz’ora davanti alla sua gente, tratteggiando motivazioni e obiettivi della sua candidatura. “Avverto il peso e la responsabilità di questa scelta” ha detto, ma “se, come credo, in gioco c’è la vita stessa del partito, allora ne vale senz’altro la pena”. Il PD, ha aggiunto Bonaccini, è necessario per garantire la buona qualità della democrazia italiana, poiché rappresenta “ideali e valori alternativi alle posizioni più conservatrici e regressive o alle derive populiste e sovraniste”. Di sciogliere il partito, dunque, non se ne parla. L’obiettivo è semmai rigenerarlo per tornare al governo, vincendo le elezioni, tra cinque anni. La strada però è lunga e Bonaccini avverte: “Non basterà un congresso. Io credo che ci aspetti una vera e propria traversata nel deserto“.

Gli sfidanti. Al momento l’unica altra candidatura ufficiale è quella di Paola de Micheli. L’ex ministra delle Infrastrutture del governo Conte bis è stata la prima a scendere in campo, ma gli occhi sono tutti puntati su Elly Schlein. La deputata, eletta alla Camera nella lista del PD ma non iscritta al partito, ha dichiarato che prenderà parte al congresso, però non ha specificato se lo farà nelle vesti di candidata alla segreteria o meno. Un altro nome in bilico è quello di Dario Nardella, sindaco di Firenze, che dovrebbe sciogliere la riserva il 27 novembre, in occasione di un’assemblea degli amministratori locali a Roma. A lui si aggiungono, nella rosa dei possibili candidati, l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci e il governatore della Campania Vincenzo De Luca.

Il gradimento dei dem. Secondo il sondaggio realizzato da Demos per la Repubblica, Bonaccini sarebbe il candidato preferito dagli elettori del PD. Nel mese di novembre il 32% di loro ha dichiarato di volere proprio il governatore dell’Emilia-Romagna come nuovo segretario, contro l’8% che preferirebbe Schlein. Tuttavia, più di un elettore dem su tre (35%) non ha ancora un’idea precisa o non ha risposto alla domanda.

Il rebus delle correnti. All’interno del partito Bonaccini potrà contare sul sostegno di Base Riformista, la corrente degli ex renziani guidati da Lorenzo Guerini. Per il senatore Alessandro Alfieri (Base Riformista) Bonaccini “è la persona giusta per dare una prospettiva di riscatto alla comunità” dem e per rappresentare “un PD a vocazione maggioritaria e che non guarda al passato”. Anche i Giovani Turchi di Matteo Orfini  potrebbero convergere sul governatore emiliano, che ha già incassato il plauso del suo omologo toscano, Eugenio Giani. Più incerto l’orientamento del gruppo dell’ex segretario Nicola Zingaretti, mentre Dario Franceschini (Area Dem) sarebbe pronto a puntare su Schlein. Pure i lettiani sono stati accostati all’ex vice di Bonaccini, ma Marco Meloni, braccio destro di Enrico Letta, ha smentito: “Questa frettolosa ricostruzione non corrisponde, per quanto mi riguarda, al vero” ha scritto sui social, replicando a un articolo del Corriere della Sera.

In un tale intrecciarsi di gruppi e sottogruppi, il diretto interessato ha cercato di togliere il problema dal tavolo: “Non chiederò a nessuna corrente di sostenermi” ha messo in chiaro Bonaccini. Anche Alfieri sostiene che il sistema delle correnti debba evolversi e precisa che la scelta di Bonaccini sarà libera: “Molti di noi (di Base Riformista, ndr.) voteranno per lui, ma non sarà un’indicazione di area”. Tuttavia, il peso delle correnti all’interno del PD è ancora significativo e la comunità di Campogalliano sembra aver capito il problema: tra i doni che ha offerto a Bonaccini per la sua nuova avventura ci sono anche delle corde antivento “per resistere alle correnti”.