Primo passo verso il bonus psicologo. Le Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio hanno approvato l’emendamento per l’inserimento dell’aiuto statale per le spese relative alla salute mentale all’interno del decreto Milleproroghe. Il bonus, 600 euro disponibili in base all’Isee, ora arriva alla Camera, dove già una volta era stato bocciato nella legge di Bilancio 2022. Esulta già la capogruppo del Partito Democratico al Senato Simona Malpezzi: «Risultato importante per i cittadini e per il Pd che, nonostante le difficoltà, lo ha riproposto con tenacia. Si tratta di un primo segnale molto importante per tutte le persone che stanno soffrendo». E proprio un segnale aveva promesso anche il ministro della Salute Roberto Speranza nei giorni scorsi: «Il bonus probabilmente ci sarà per l’assistenza psicologica, ma attenzione a pensare che così risolviamo i problemi, perché c’è bisogno di più risorse per l’assistenza territoriale e psicologica con un’azione sistemica».
Il bonus – Se l’emendamento sarà approvato dal Parlamento, i cittadini potranno accedervi senza restrizioni di età, ma con un Isee massimo di 50mila euro e con prescrizione medica e diagnosi del disagio. Il contributo consisterà in un massimo di 600 euro per pagare sessioni di psicoterapia presso specialisti privati regolarmente iscritti all’albo degli psicoterapeuti. L’intenzione è quella di sostenere il diritto alla salute mentale delle persone in difficoltà economica. Secondo una prima stima questo intervento raggiungerebbe oltre 16mila italiani. I dettagli sul funzionamento del bonus saranno resi noti solamente una volta approvato, ma dovrebbero essere 20 i milioni stanziati dal Governo: dieci saranno destinati alle Asl, per rafforzare la rete territoriale dei consultori e delle strutture di assistenza, e altri 10 spendibili come voucher. Le modalità di presentazione della domanda, insieme a entità e requisiti per la sua assegnazione saranno poi stabiliti da un decreto congiunto dei ministeri della Salute e dell’Economia.
«Dieci sedute, e poi?» – Oltre alla politica, anche i professionisti del settore si sono espressi sull’argomento. «Con il bonus una persona in difficoltà si paga dieci sedute, circa due mesi di percorso. E poi?» è la domanda di David Martines, psicologo romano che nel post pandemia ha visto aumentare in maniera esponenziale le richieste di supporto. «Il rientro alla normalità è molto più complicato di quanto si pensa, specialmente per i giovani che hanno dovuto rinunciare alla socialità nel mezzo del proprio percorso di crescita. Il bonus è sicuramente un segnale di interesse dello Stato alla materia, ma rischia di essere un contentino. L’obiettivo dovrebbe essere potenziare i servizi territoriali, con uno psicologo di base e uno nelle scuole». Dello stesso avviso anche il presidente del Cnop (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi) David Lazzari: «Rappresenta indubbiamente un cambio di passo. È un tassello utile, ma non può bastare. Serve una risposta strutturale: l’esigenza è quella di creare servizi ad hoc nelle Asl, oggi carenti».