Maurizio Landini all'esterno della sede della Cgil a Roma. ANSA/GIORGIO ONORATI

Maurizio Landini all’esterno della sede della Cgil a Roma. ANSA/GIORGIO ONORATI

«Non sono un ragazzo molto ambizioso». Parla così Maurizio Landini, al centro delle polemiche per la decisione di creare una sua “coalizione sociale”. Nella mattinata di martedì 17 marzo il segretario generale della Fiom ha incontrato Susanna Camusso per discutere della questione e per arrivare a un chiarimento. La coalizione è o non è un progetto politico? Landini ha ribadito più volte che sarà un movimento per difendere i diritti delle persone e la rappresentanza sociale, ma nei giorni precedenti la leader della Cgil non era sembrata entusiasta, e aveva fatto sapere tramite il suo portavoce che il segretario e la segreteria del sindacato non erano stati informati del progetto, né avevano espresso alcun appoggio.

Al termine dell’incontro,svoltosi nella sede romana della Cgil, la situazione sembra ancora tesa. Il segretario della Fiom non rinuncia al suo progetto, e Camusso non sembra essersi fatta convincere: «Vorrei che Landini dicesse quello che pensa tutta la Cgil. Noi non diventiamo né i sostituti né i costruttori di una nuova formazione politica. Pensiamo che si debba cancellare qualsiasi ambiguità. Il sindacato ha una sua soggettività politica, ma una sua fortissima autonomia, e proprio per questo non può essere confusa con la costruzione di un movimento politico. Il bisogno di politica di Landini non può stravolgere la natura della Cgil». Landini ha parlato tramite una nota diffusa dalla segreteria nazionale Fiom-Cgil, dove si legge che «la Fiom è contraria a che qualsiasi struttura della nostra organizzazione, tanto meno la confederazione, promuova formazioni politiche o sostenga questa o quella componente politica o di partito. Ma è necessario che si superi la semplice associazione di interessi anche attraverso una reale interlocuzione con associazioni di volontariato, sociali, culturali e personalità su obiettivi comuni e condivisi che puntino alla trasformazione democratica della società e all’affermazione dei diritti sul lavoro».

La coalizione che Landini ha creato vuole restare fuori dalle istituzioni per portare avanti le sue battaglie e fare politica direttamente nel Paese. Sabato 14 marzo, alla sede nazionale della Fiom, per presentare il suo progetto il segretario ha incontrato i rappresentati di diverse associazioni come Emergency, Arci, Libera, Articolo 21 e Libertà e giustizia, ma anche i rappresentanti di alcune categorie professionali e i senatori ex M5s Maria Mussini, Maurizio Romani e Alessandra Bencini. «Noi facciamo il nostro mestiere di movimento sindacale e sociale», ha detto Landini. «Agiremo contrattualmente nei luoghi di lavoro per chiedere che tutti abbiano gli stessi diritti, per aprire una battaglia sugli appalti, per riconquistare i contratti. Ma cambiare le leggi vuol dire fare proposte per costruire un consenso e, se necessario, arrivare anche a forme di referendum abrogativi». Il quadro, quindi, è ancora incerto, e l’appoggio di Susanna Camusso non è arrivato nemmeno per la manifestazione annunciata da Landini per il 28 marzo che, secondo il segretario Cgil, non è stato chiarito se sia sindacale o politica: «Vedremo se ci sarà una risposta, allo stato non l’abbiamo».

Federica Scutari