“Ho avuto difficoltà a comprendere le vere ragioni delle contestazioni che mi sono state mosse: tutto quello che mi viene contestato è smentito dai fatti e dalla magistratura”. Così il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, mercoledì mattina, ha spiegato le proprie ragioni alla Camera. E aggiunge: “Ho sempre agito con fedeltà, altrimenti mi sarei dimessa”. Il ministro della Giustizia nega ancora una volta le accuse per il suo ruolo nella vicenda della scarcerazione di Giulia Ligresti. E incassa la fiducia, con 405 voti a favore. Non passa dunque la mozione di sfiducia del Movimento 5 Stelle, che alla fine racimola soli 154 voti.
A respirare ora sono anche il governo e il premier Enrico Letta. Durante l’assemblea del Partito Democratico, martedì sera, Letta aveva fatto appello al senso di responsabilità dei suoi, lasciando da parte ogni retorica sulla correttezza della Cancellieri. ”So che la pensiamo diversamente – riconosce Letta – ma vi chiedo un atto di responsabilità come comunità, l’unità del Pd è fondamentale e la sfiducia al Ministro sarebbe un atto di sfiducia al governo”.
Messaggio ricevuto, come si capisce dalla mancata presentazione dell’ordine del giorno in cui si chiedevano le dimissioni del ministro, da parte del renziano Paolo Gentiloni: “Se il premier viene qui e ci dice che è un voto politico sul governo, ne prendo atto con un certo rammarico perché non c’è il merito della discussione”. Prende atto anche Pippo Civati, che rimane “di diverso avviso”.
Stabilità politica e tenuta di partito dovrebbero, quindi, prevalere, Ma è palese la contraddizione tra la linea Letta-Franceschini e le posizioni dei tre candidati alla segreteria del Pd.
Per Renato Brunetta, fedelissimo di Silvio Berlusconi, da parte dei Dem c’è stata “una macabra danza al governo Letta” mentre per Riccardo Fraccaro, del M5S, promotore della mozione di sfiducia al ministro Cancellieri: “i democratici hanno aderito alla linea di Letta perché minacciati di perdere lo stipendio, è un vile ricatto al parlamento”.
Silvia Sciorilli Borrelli