Vittorio Feltri, editorialista de "Il Giornale", 71 anni.

Vittorio Feltri, editorialista de “Il Giornale”, 71 anni.

«Il fatto che sia uscito il mio nome dimostra a che punto siamo arrivati nel decadimento della nostra classe politica». Commenta così Vittorio Feltri, editorialista de “Il Giornale”, la sua candidatura al Quirinale da parte della Lega Nord e di Fratelli d’Italia, in un’intervista rilasciata a Bergamonews lo stesso giovedì 29 gennaio in cui ha avvio l’elezione del Presidente della Repubblica. L’annuncio della nomina del giornalista era stato dato in conferenza stampa a Palazzo Montecitorio (Roma) mercoledì 28 gennaio: «Ho sentito Feltri questa mattina – aveva detto il segretario della Lega Matteo Salvini – ed è orgoglioso di questa attenzione: al contrario di altri noi non facciamo nomi senza aver prima sondato».

Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e  coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord, a poche ore dal voto ha appoggiato con forza la candidatura di Feltri: «Io oggi sarò orgoglioso di andare a votare Vittorio Feltri, un vero spirito libero, e, finalmente non comunista o, peggio ancora, “cattocomunista”». La mossa di Lega e Fratelli d’Italia ha lo scopo di contrastare la decisione del presidente del Consiglio Matteo Renzi di votare scheda bianca ai primi tre scrutini.

Se Feltri ha accolto la propria nomina con piacere misto a scetticismo, si può dire invece che Gustavo Zagrebelsky, professore di Diritto Costituzionale ed ex presidente e giudice della Corte Costituzionale, sia rimasto basito di fronte alla notizia della sua possibile candidatura al Quirinale. Zagrebelsky fa parte della rosa dei dieci nomi proposti dal Movimento 5 Stelle per la presidenza della Repubblica. «Io non sapevo nulla, mi scusi, sono nel mio bozzolo, all’università, mi dà lei la notizia», ha detto il giurista a “L’Espresso”. «Le confesso di non averne l’ambizione – ha premesso Zagrebelsky – e di considerare chi si propone, stante la situazione, o un megalomane o un incosciente. Comunque, come può ben immaginare, non sarei certo il candidato giusto per fare breccia nel partito di Renzi».

Tra gli altri nomi proposti alle cosiddette “quirinarie” del blog di Beppe Grillo compare anche Pier Luigi Bersani, deputato del Partito Democratico. «Dovrebbe esserci anche un nome del Pd che possa mettere in discussione questo patto criminale, quello di Pier Luigi Bersani», ha affermato Alessandro Di Battista, deputato del M5s, avanzando la sua proposta. «Nonostante tutto, chissà che Bersani mantenga la schiena dritta rispetto a questo patto massonico. Non ho detto che lo voterò, ma mi piacerebbe che i nostri iscritti possano discuterne». La candidatura di Bersani è rivendicata da molti membri del movimento come un modo per mettere i bastoni tra le ruote a Renzi.

Alla vigilia dell’elezione, in Rete sono girate anche molte candidature improbabili. In primis quella del conduttore televisivo Giancarlo Magalli, primo in classifica nelle consultazioni de “Il Fatto Quotidiano” con 23mila voti. «Ho letto che i grillini pronti a scrivere “Magalli” sulla scheda sarebbero già una settantina… Poi, vedrà, altri deputati s’aggiungeranno… Io comunque, sia chiaro, non ci credo e non ci spero. Io mi faccio solo utilizzare dalla protesta. Poi punto, alt, stop. Anche se…». Così ha commentato Magalli durante un’intervista a “Il Corriere della Sera”. Ma i nomi improbabili sono molti altri: si va dal cantante Gianni Morandi, con 5mila iscritti alla pagina Facebook “Gianni Morandi presidente della Repubblica”, fino al comico Roberto Benigni e allo scrittore Umberto Eco.

Andrea de Cesco