«Tutto quello che si poteva dire è stato detto», aveva dichiarato il 4 marzo riferendosi al caso Paragon il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Pare invece che sull’attività di spionaggio ai danni dell’Ong Mediterranea Saving Humans e del direttore di Fanpage Francesco Cancellato ci siano ancora punti da chiarire. Secondo fonti di stampa, in una riunione coperta da segreto del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), Mantovano avrebbe in parte ritrattato la posizione assunta finora dal governo, ammettendo che gli attivisti di Mediterranea sarebbero stati spiati tramite lo spyware israeliano. Secondo alcune ricostruzioni, il fondatore dell’Ong Luca Casarini e altri aderenti sono stati considerati «un target per la sicurezza nazionale».

La vicenda – Il caso è scoppiato in febbraio, quando sette tra attivisti e giornalisti hanno ricevuto una notifica da WhatsApp con cui venivano avvisati che il loro telefono era stato attaccato da uno spyware, che avrebbe potuto accedere «ai tuoi dati, inclusi i messaggi salvati nel dispositivo». Con una nota, Palazzo Chigi aveva fatto sapere che nessuna di queste persone era sottoposta al controllo dello Stato e dei suoi apparati. Negli stessi giorni, il direttore dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) Giovanni Caravelli ha ammesso davanti al Copasir l’uso da parte dei servizi dello spyware Graphite della società israeliana Paragon, ma non per spiare i soggetti coinvolti nello scandalo. Ed è a questo punto che Mantovano ha dichiarato che sul caso non c’era più nulla da dire e che anzi «qualsiasi cosa aggiunta in pubblico danneggerebbe l’attività di intelligence e le indagini».

Mantovano al Copasir – Il governo rifiuta di riferire pubblicamente in Parlamento, ma Mantovano e i direttori delle Agenzia di sicurezza Aise, Aisi e Dis hanno parlato in via riservata al Copasir. Il sottosegretario, contrariamente a quanto sempre sostenuto dal governo, avrebbe svelato che gli agenti Aise hanno sorvegliato alcuni operatori di Mediterranea nell’ambito di un’indagine sull’immigrazione clandestina. L’operazione sarebbe partita nel 2024 e non avrebbe mai violato le procedure previste per questi casi, avvalendosi anche dell’autorizzazione del procuratore generale di Roma Jimmy Amato. La normativa che regola l’attività dei servizi segreti non include gli attivisti politici slegati da un partito alla lista di soggetti tutelati dalle azioni potenzialmente illegali che l’intelligence ritiene di dover mettere in atto. Infine, Aise era legittimata a usufruire di Graphite perché Paragon manteneva con il governo italiano un regolare contratto, poi interrotto a febbraio dal fornitore a causa dell’uso improprio, ossia il controllo di persone non accusate di terrorismo o reati consimili.

La bandiera dell’Ong Mediterranea a un corteo a Mestre, Venezia

La reazione di Mediterranea – Nonostante le dichiarazioni di Mantovano al Copasir siano ancora coperte da segreto, quanto trapelato sui giornali dell’audizione ha scatenato la reazione di Mediterranea: «Questa legale, ma illegittima attività che colpisce attivisti e oppositori politici del governo, nei loro piani non doveva venire alla luce. E invece il diavolo fa le pentole ma non i coperchi: è stata smascherata a livello mondiale una operazione segreta, degna di un regime», ha scritto in una nota l’Ong. Casarini ha dichiarato in un’intervista al giornale Domani che vuole conoscere i motivi dell’indagine e che sporgerà denuncia per abuso di potere, dopo quella già fatta a febbraio per chiarire chi stesse spiando il suo telefono. Il fondatore di Mediterranea ipotizza che il governo fosse interessato alle ricerche che gli attivisti stanno svolgendo sulla Libia: «stiamo raccogliendo materiale da inviare alla Corte penale internazionale con nomi e cognomi dei torturatori libici e di coloro che sono stati deportati in Tunisia».

I dubbi su Fanpage – Mantovano avrebbe comunque escluso lo spionaggio ai danni di giornalisti, alimentando i dubbi sul coinvolgimento di Francesco Cancellato. Il telefono del direttore di Fanpage sarebbe quindi stato sorvegliato senza autorizzazione: anche Cancellato a febbraio aveva ricevuto l’avviso di WhatsApp sullo spyware.