La risacca della condanna in secondo grado di Silvio Berlusconi al processo Mediaset trascina con sé altre accuse. Questa volta non contro l’imputato, ma contro i giudici della Corte d’Appello di Milano: il fuoco di fila degli esponenti pdl non si è fatto attendere. Tra i primi a parlare, pur senza sbottonarsi, una delle figure più controverse del momento, Francesco Nitto Palma, da poco nominato presidente della commissione Giustizia del Senato dopo un’interminabile diatriba. “Ora vedremo le motivazioni della sentenza come abbiamo fatto in primo grado e commenteremo. Certo, questo processo non è privo di anomalie”, le sue parole.

Maurizio Gasparri attacca: “La prosecuzione di un accanimento e la tentazione di chiudere per via giudiziaria una sfida politica che per via politica la sinistra non è riuscita a chiudere è una cosa inaccettabile”. Per Renato Brunetta “la sentenza della Corte d’Appello di Milano contro Berlusconi rappresenta un accanimento giudiziario, insopportabile e indecoroso, che finisce col distruggere la vita democratica in Italia. La maggior parte dei giudici italiani affronta impegni straordinari, ma una parte di loro è ideologizzata e questo è sotto gli occhi di tutti”.

I commenti duri dei fedelissimi di Berlusconi si accompagnano alle rassicurazioni a Enrico Letta e al suo governo: la stabilità della legislatura non ha nulla da temere. “Il compito del governo è tutto programmatico e non riguarda la questione giustizia”, ha precisato Fabrizio Cicchitto.

Ma da più parti viene sollevata la questione della riforma della giustizia. Daniele Capezzone, coordinatore dei dipartimenti pdl e presidente della Commissione Finanze della Camera, afferma: “L’inaccettabile assedio giudiziario contro Silvio Berlusconi è l’ennesima testimonianza di quanto sia indifferibile una grande riforma della giustizia. Chiediamo vera parità tra accusa e difesa, separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e magistrati giudicanti, responsabilità civile dei magistrati, riforma della custodia cautelare, dignità nelle carceri. Sono riforme che servono a tutti e in primo luogo agli italiani più deboli”. Gli fa eco Anna Maria Bernini: “È una sentenza pesante, ingiusta e inspiegabile. È intollerabile questo accanimento giudiziario contro Silvio Berlusconi, che dura da 20 anni. Vogliamo una responsabilità civile dei magistrati che corrisponde al loro immenso potere. Parte della magistratura fa un uso politico della giustizia”.

Un’atmosfera pesante in attesa della manifestazione di sabato 11 maggio, quando i sostenitori di Silvio Berlusconi scenderanno in piazza a Brescia per manifestare l’appoggio al proprio leader. È atteso, nell’occasione, anche l’intervento del Cavaliere.

Francesco Paolo Giordano