Per la nomina dei tre giudici mancanti, il Presidente del Consiglio Renzi ha rinunciato all'accordo con Forza Italia e ha scelto Barbera, Modugno e Prosperetti insieme al Movimento 5 Stelle. Era già successo nel novembre 2014, quando la giurista Silvana Sciarra era stata eletta alla Consulta con i voti decisivi dei grillini.

Per la nomina dei tre giudici mancanti, il Presidente del Consiglio Renzi ha rinunciato all’accordo con Forza Italia e ha scelto Barbera, Modugno e Prosperetti insieme al Movimento 5 Stelle. Era già successo nel novembre 2014, quando la giurista Silvana Sciarra era stata eletta alla Consulta con i voti decisivi dei grillini.

E alla fine, dopo 31 tentativi a vuoto, la Consulta è al completo. Dopo 17 mesi di attesa e il record di fumate nere, il 16 dicembre il Parlamento ha finalmente nominato gli ultimi tre giudici della Corte Costituzionale. I nuovi membri sono Giulio Prosperetti, Augusto Barbera e Franco Modugno: un tris di nomi frutto dell’accordo tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle e fortemente voluto dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Giulio Prosperetti, 69 anni, è un giurista e docente di diritto del lavoro di Perugia: lo hanno scelto i centristi di Area Popolare. Augusto Barbera, classe 1938 ed eletto in quota Pd, è tra quelli nominati il giudice più “politico”, vantando un passato da parlamentare nelle file del Pci prima e nel Pds poi, con una brevissima esperienza da Ministro dei Rapporti con il Parlamento nel governo Ciampi. Infine Franco Modugno, 77 anni, indicato dai 5 Stelle e professore emerito di diritto costituzionale all’Università “La Sapienza” di Roma.

«Il Premier è stato pragmatico», ha spiegato una fonte interna al Governo sintetizzando mesi di trattative senza esito. La quadratura del cerchio è stata trovata solo dopo aver bruciato vari nomi – da Violante a Caramazza, fino a Francesco Paolo Sisto – e dopo che il Pd ha rinunciato all’accordo con Forza Italia in favore dei 5 Stelle. Dura reazione di Silvio Berlusconi: «Grave che non ci sia nessun giudice di centrodestra».

La svolta è arrivata dopo il battibecco che Matteo Renzi ha avuto alla Camera con il forzista Renato Brunetta.

Una decisione che ha un precedente: già nel novembre 2014, infatti, la giurista Silvana Sciarra era stata nominata giudice della Corte Costituzionale grazie ai voti decisivi del M5s.

«L’elezione dei nuovi giudici della Corte Costituzionale e’ motivo di profonda soddisfazione», hanno dichiarato in una nota congiunta i presidenti di Camera e Senato Boldrini e Grasso, che avevano deciso dal 15 dicembre di convocare il Parlamento a oltranza fino alla fumata bianca.

Ora che il plenum della Corte è stato raggiunto, l’attenzione si sposta sui temi di cui si dovrà occupare la Consulta nei prossimi mesi. Su tutti l’Italicum, la legge elettorale approvata a maggio dal governo Renzi su cui pende una raffica di ricorsi presentati da comitati e opposizioni. Ma non è finita qui.

La Corte dovrà giudicare anche sulla costituzionalità della legge Severino, sull’uso a fini scientifici degli embrioni scartati e soprattutto sul nodo pensioni. Infatti, la legge 109/2015 ha recepito solo parzialmente la sentenza della Corte che bocciava il prelievo forzato sulle pensioni disposto dalla legge Fornero. I pensionati “più ricchi” hanno ricevuto rimborsi irrisori rispetto ai parametri indicati dalla Consulta, che prossimamente sarà chiamata a esprimere un parere definitivo sulle modalità di risarcimento dovute dal governo agli interessati. Tutte questioni dal profondo impatto sulla vita del Paese e sugli equilibri politici e istituzionali.

Roberto Bordi