E adesso che farà Bersani? Al termine del colloquio tra Napolitano e Beppe Grillo, giovedì 21 marzo, i capigruppo “grillini” Vito Crimi e Roberta Lombardi hanno annunciato che “leggeranno una dichiarazione”. Subito dopo hanno aggiunto che il Movimento 5 Stelle chiederà un mandato pieno dal presidente della Repubblica e la fiducia al Parlamento, mantenendo la linea anti-politica della campagna elettorale.
Poi, visto che “finora, nonostante le dimensioni del successo elettorale, non è stata data alcuna rappresentanza istituzionale al M5S, non la presidenza della Camera, non la presidenza del Senato”, Crimi e Lombardi hanno chiesto almeno la presidenza delle Commissioni del Copasir e della Vigilanza RAI. Un ricatto o il classico “mercanteggiamento tra i partiti” (parola di Crimi)? No, dicono i grillini: solo un modo per controllare meglio l’operato dei partiti..
E adesso la palla torna al Pd, il “non vincitore” delle elezioni. Secondo diverse testate, Bersani è determinato a premere per un proprio governo “di cambiamento”, con alleanze al Senato (grillini, Lega, o Monti), o al limite di un governo “esplorativo” con Grasso premier (che forse piaceva ai 5 Stelle). Adesso che il niet di Grillo è palese, deve riorganizzare le idee. Ed esporle a Napolitano nell’arco della giornata.
“L’esito delle primarie del centrosinistra e il voto alle elezioni politiche – ha dichiarato Nichi Vendola, l’alleato “non vincitore” – ci dicono che l’incarico non può che essere dato al segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che dovrà accettarlo con audacia e fantasia”. Le parole del leader di Sel, a margine della manifestazione dei sindaci a Roma, potrebbero essere l’unica soluzione possibile: presentarsi dal Capo dello Stato con gli 8 punti e chiedere di formare il governo “senza accordi preventivi”.
Se Napolitano dovesse non fidarsi, il segretario potrebbe tentare la carta Grasso perché, in fondo, piacerebbe non tanto ai fan di Casaleggio quanto a Monti e Lega (Massimo Bitonci, capogruppo al Senato delle camicie verdi, l’ha detto a Radio 24 questa mattina). Berlusconi, dal canto suo, ha appena rotto il silenzio di questi giorni per lanciare a Bersani la propria ciambella di salvataggio. Come l’Europa a Cipro, il Cavaliere ha di nuovo offerto fiducia al governo “di coalizione” in cambio del Quirinale. “Restano in campo Pdl e Pd a cui incombe in questo momento la responsabilità di dare un governo al Paese”, ha detto appena fuori dall’ufficio di Napolitano. Bersani per ora tace, cerca “audacia e fantasia” per evitare l’inciucio e prepara i nomi dei ministri.
Eva Alberti