Al Colle secondo giorno di consultazioni per la formazione di un nuovo governo. Appoggio totale ad un Conte-ter da parte della nuova componente degli Europeisti, guidata dal Sottosegretario agli Esteri Riccardo Merlo e decisiva per una futura maggioranza. Da Italia Viva nessun veto ma gli attacchi di Renzi preoccupano Zingaretti e M5S, uniti nel nome del premier dimissionario.

Europeisti per Conte – Il Capo dello Stato ha iniziato i colloqui già ieri pomeriggio, 27 gennaio, incontrando i presidenti di Camera e Senato. Dopo le istituzioni, oggi tocca ai rappresentanti dei gruppi parlamentari. Il Gruppo Per le Autonomie, guidato dalla senatrice Julia Unterberger, ha già espresso una preferenza per un eventuale Conte Ter. Uscito dal Colle anche il Gruppo Misto: Leu ha ribadito la fiducia all’esecutivo Conte, parere negativo da Azione di Carlo Calenda e +Europa di Emma Bonino. Entrambi hanno specificato che non sosterranno un Conte-ter mentre c’è la disponibilità di discutere i contenuti con un diverso Presidente incaricato, rilanciando l’ipotesi di una “maggioranza Ursula. A chiudere la mattinata di consultazioni sarà la neonata formazione di responsabili creata proprio per sostenere il presidente del consiglio dimissionario e che al momento conta dieci senatori dopo il ritiro di Luigi Vitali (Fi). Il nuovo gruppo parlamentare, chiamato Europeisti-MAIE (Movimento Associativo Italiani all’Estero)-Centro Democratico, sarà decisivo per allargare la maggioranza. «A Mattarella noi diremo che vogliamo un Conte ter e che sicuramente arriveranno altri senatori, ma non possiamo dire quando», ha dichiarato il rappresentante Riccardo Merlo.

Pd e Iv divisi sul premier – La delegazione di Italia Viva, il partito che ha fatto scoppiare la crisi di governo, dovrebbe ribadire a Mattarella la disponibilità a sedersi al tavolo di maggioranza, anche con Conte premier incaricato, senza veti. Non sono passate però inosservate le parole di Matteo Renzi, appena tornato da una conferenza in Arabia Saudita. «In Parlamento assistiamo a un autentico scandalo, che è quello del tentativo di far passare delle persone non su un’idea ma su una gestione opaca delle relazioni personali e istituzionali, alla creazione di gruppi improvvisati».

ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

La stoccata a Giuseppe Conte lascia dunque aperti tutti gli scenari e pone dubbi sull’affidabilità di Renzi per il futuro. Parola del segretario del Pd Nicola Zingaretti, che ha ribadito l’intenzione di chiedere l’incarico di governo per l’attuale premier, con un accordo basato su un’ampia maggioranza parlamentare. Fermi nel nome di Conte anche i grillini, attesi al Colle domani insieme ai partiti dell’opposizione e che non hanno apprezzato le dichiarazioni del leader di Iv. «Prendiamo atto che Renzi è tornato ad avere lo stesso atteggiamento che ha portato a una crisi incomprensibile e scellerata».