È bastato il ritorno in campo di Beppe Grillo per far vedere le stelle a Elly Schlein. E ben più di cinque. Continuano le polemiche scatenate dal fondatore del M5s sul discorso del “passamontagna” che il presidente dei grillini Giuseppe Conte definisce «strumentalizzato». Il “garante” non accenna a fare un passo indietro e sui social lancia l’hashtag “brigate di cittadinanza”.

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Il Pd si spacca – «Fate le brigate di cittadinanza. Mascheratevi col passamontagna e di nascosto andate a fare i lavoretti. Mettete a posto i marciapiedi, le aiuole, i tombini, senza dare nell’occhio col passamontagna. Fate il lavoro e scappate. Reagite». Sono queste le parole del discorso tenuto da Grillo sul palco della manifestazione dei Cinque Stelle contro la la precarietà di sabato 17 giugno, a Roma. La reazione delle opposizioni è stata dura, ma quello che più stupisce è stato l’effetto sul Pd, dove cresce il dissenso netto nei confronti della segretaria Elly Schlein per essere stata in testa al corteo (affianco al leader del Movimento Giuseppe Conte). Secondo molti, l’errore più grave di Grillo è l’aver scelto un linguaggio che rievoca la pagina buia del brigatismo italiano. Alessio D’Amato ha reagito dando le dimissioni, come ha scritto lui stesso su Twitter: «Ho comunicato a Stefano Bonaccini le mie dimissioni dall’Assemblea Nazionale del Pd. Brigate e passamontagna anche No. È stato un errore politico partecipare alla manifestazione dei 5 Stelle. Vi voglio bene, ma non mi ritrovo in questa linea politica». Altri, come Lorenzo Guerini, Simona Malpezzi, Pina Picierno hanno criticato apertamente la presenza di Schlein. Ma c’è anche chi, come il presidente dei senatori dem Francesco Boccia e il capo delegazione Brando Benifei hanno espresso fiducia e sostegno nei confronti della segretaria che, secondo il coordinatore dei sindaci del Pd Matteo Ricci, è caduta in una «mezza trappola».

Destra all’attacco – Le risposte dalla coalizione di governo non hanno tardato ad arrivare. Il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi ha commentato: “Chi fa lavoretti per il bene comune e pulisce giardinetti non ha bisogno di passamontagna: l’evocazione di Grillo al suo uso è un incitamento alla violenza, ultimo rifugio degli incapaci e degli imbecilli”. Potrebbe averne bisogno, invece, se il rischio per aver fatto lavori per la propria città a volto scoperto è quello di essere multato. È il caso di un pensionato della provincia di Monza che, lo scorso 11 maggio, che più volte aveva segnalato una buca pericolosa in strada alle autorità. Alla mancata risposta, il 72enne di Barlassina aveva provveduto da sé a ripararla, ottenendo in risposta un’ammenda di 800 euro dal suo Comune per mancanza di “autorizzazione e competenza”. L’invito del fondatore del M5s, probabilmente, era quello di seguire l’esempio del pensionato, ma con l’accortezza di evitare di farsi riconoscere (e multare).

 

Dalla destra arriva anche la voce della Lega di Matteo Salvini, che in una nota fa sottintendere che la presenza di Schlein a quel corteo significherebbe appoggiare le parole del fondatore dei Cinque Stelle: «Parlare di brigate di cittadinanza e passamontagna per invitare i cittadini a reagire evoca pagine drammatiche della storia del nostro Paese. Ci chiediamo se anche Elly Schlein sia pronta a indossare il passamontagna per reagire contro il governo di centrodestra sotto il simbolo delle brigate». Sul caso si è espresso anche Conte, che ha parlato di strumentalizzazione delle parole di Grillo: «I media mainstream hanno provato a ignorare la piazza di Roma – strumentalizzando una frase del discorso tenuto da Beppe Grillo sul palco di chiusura. Una frase estrapolata dal suo contesto e criminalizzata perché, accarezzando il gusto del paradosso, incitava i presenti a indossare il ‘passamontagna’ per compiere non già azioni violente, bensì pacifiche e utili per la propria comunità. E così un omaggio al lavoro socialmente utile di tanti cittadini attivi, che si prendono cura in prima persona del proprio quartiere, del verde pubblico che hanno sotto casa, delle strade che attraversano ogni giorno – sostituendosi troppo spesso ad uno Stato troppo assente – ha originato un ridicolo coro di indignazione».