Test sierologici gratis a campione su base volontaria, il lancio dell’app di tracciamento Immuni e un decreto per la semplificazione burocratica, soprattutto in tema infrastrutture. Giuseppe Conte, davanti alla Camera dei Deputati prima, e al Senato poi, ha annunciato i prossimi passi del suo governo e ha difeso la scelta del lockdown per frenare la diffusione del Coronavirus: «Forse non tutti avrebbero allora assunto decisioni così sofferte, suscettibili di incidere su alcuni diritti fondamentali. Tuttavia, dopo tre mesi esatti dal primo caso, possiamo affermare in coscienza di aver compiuto la scelta giusta». Animi tesi tra maggioranza e opposizione, soprattutto nella seduta a Montecitorio,  interrotta per una bagarre tra deputati leghisti e grillini.

Allentamento delle misure – Così come le misure del lockdown, Conte ha rivendicato anche la necessità di dover ripartire, tenendo presente il rischio di un nuovo aumento dei contagi: «Il rischio è calcolato, altrimenti non saremmo mai stati in condizione di ripartire senza vaccino». La procrastinazione delle misure restrittive sarebbe stata, «irragionevole e incompatibile con i principi della nostra Costituzione», ha specificato il premier e «avrebbe irrimediabilmente compromesso il settore produttivo», ha aggiunto.

Un assembramento dei giorni scorsi a Lucca

Gli appelli ai cittadini – Per i risultati positivi raggiunti in seguito alla Fase 1, Conte ha dato merito ai «cittadini, che hanno modificato i loro stili di vita». Nonostante ciò, il presidente ha ricordato l’obbligo dell’utilizzo della mascherina e del rispetto del distanziamento fisico, riprendendo le polemiche degli ultimi giorni sull’affollamento eccessivo di bar e locali, soprattutto da parte dei pù giovani: «Capisco la loro voglia di riconquistare queste libertà, ma non è ancora il momento per la movida, i party e gli assembramenti». Un’altra raccomandazione agli italiani ha riguardato le vacanze estive: «Fatele in Italia. Scopriamo le bellezze che ancora non conosciamo e torniamo a godere di quelle già note, è il solo modo per far ripartire la nostra economia». In tema di turismo, il premier ha ricordato la creazione di un fondo dedicato, l’erogazione del bonus vacanze alle famiglie e il taglio dell’Imu per gli alberghi.

Rilancio economico – Ma la ripartenza di tutto il comparto economico va oltre il solo turismo: «Siamo consapevoli che la riapertura non è sufficiente a riattivare il motore dell’economia, serve un’azione costante, efficace dello Stato. Con il dl Rilancio abbiamo messo le basi per la ripartenza». Oltre alla vicinanza alle piccole e medio imprese, Conte ha anche elogiato il lavoro dei ministri Riccardo Fraccaro, Nunzia Catalfo e Teresa Bellanova, rispettivamente per il bonus ristrutturazioni al 110% per l’efficientamento energetico, l’introduzione del reddito di emergenza e la regolarizzazione dei lavoratori stagionali. Al di là delle norme contenute nel Decreto Rilancio, è stata anticipata anche la realizzazione di un nuovo decreto per la semplificazione burocratica, che dovrebbe permettere in particolar modo uno snellimento delle pratiche dei lavori per infrastrutture e opere pubbliche: «Ci vuole uno shock per ripartire, un iter semplificato su un elenco di opere strategiche con poteri derogatori, ma senza che ciò faccia venir meno i controlli più rigorosi che assicurino piena trasparenza ed evitino infiltrazioni mafiose».

App e test sierologici – Dal punto di vista sanitario, sembra essere arrivata la volta dell’app di contract tracing Immuni, annunciata ormai un mese fa: «Il governo ha introdotto una disciplina per realizzare l’app nel pieno rispetto della privacy e della sicurezza nazionale. Nei prossimi giorni partirà la sperimentazione». La diffusione dell’app dovrà essere accompagnata dalla capacità di eseguire un alto numero di tamponi: «Fin qui ne sono stati fatti 3 milioni e 171.719», ha affermato Conte, «siamo il primo Paese per numero di tamponi per abitante». Novità importante anche per quanto riguarda i test sierologici: «Dal 25 maggio sarà possibili effettuare test gratuiti, su base volontaria e su un campione di 150mila persone, per la ricerca scientifica».

Maria Elena Boschi, intervenuta a difesa di Teresa Bellanova

Bagarre in Aula – L’informativa di Conte non si è svolta in un clima particolarmente pacifico. Alla Camera dei Deputati, infatti, la seduta è stata interrotta dopo una lite scoppiata tra i parlamentari della Lega e dei 5 Stelle. Ad accendere gli animi, un intervento del deputato grillino Riccardo Ricciardi contro la sanità lombarda. Anche il ringraziamento di Conte alla Bellanova ha diviso maggioranza e opposizione, con applausi e fischi che hanno momentaneamente interrotto il discorso del presidente. Sull’argomento è poi tornata Maria Elena Boschi, che si è scagliata contro Giorgia Meloni per l’attacco al ministro dell’Agricoltura nei giorni scorsi: «Difende le donne solo quando le fa comodo, quando farà le tre di notte per risolvere crisi aziendali, potrà parlare anche lei».

Coronavirus in Italia – Nel frattempo, nell’ultimo bollettino pubblicato dalla Protezione Civile mercoledì 20 maggio, in Italia si è arrivati a 227.364 casi positivi al Covid-19, 665 in più rispetto alla giornata precedente. Un aumento minore rispetto a quello registrato tra il 18 e il 19 maggio, quando erano stati oltre 800 i contagiati in più. I morti totali sono arrivati 32.330, 161 in più rispetto al 19 maggio. I nuovi numeri hanno rappresentato una boccata d’ossigeno per la città di Milano, dove sono stati segnalati appena otto nuovi casi. In ben quattro regioni inoltre, Umbria, Molise, Valle D’Aosta e Basilicata, non è stato riscontrato nessun nuovo positivo. In generale è stata una giornata confortante per tutta l’Italia, dal momento che è stato registrato solo 1 positivo ogni 100 tamponi, il dato più basso dall’inizio della pandemia. Nonostante ciò, l’allerta resta alta, come testimoniato dalle parole del ministro per gli Affari e le Autonomie regionali Francesco Boccia: «Dalle riaperture del 3 giugno per la circolazione tra regioni, potrebbe rimanerne esclusa ancora qualcuna ad alto rischio». Occhi puntati, dunque, su Lombardia e Piemonte: nella prima, ieri, ci sono stati ancora 295 nuovi contagi e 65 decessi, mentre nella seconda rispettivamente 181 e 21.