A Ostia ha sfiorato il 10% dei consensi, adesso i suoi leader sono convinti di poter entrare in Parlamento. CasaPound, l’associazione di estrema destra che ha ormai fatto il salto da movimento a partito, non è mai stato così rilevante come oggi. Così è finito sulle prime pagine dei giornali. Non solo, a dire il vero, per i risultati elettorali, ma anche per la testata al giornalista di Nemo Daniele Piervincenzi data da Roberto Spada, il fratello di un boss finito nell’inchiesta su Mafia capitale che avrebbe sostenuto l’avventura elettorale di Ostia. Dalle origini del gruppo, quando occupava palazzi e faceva politica nelle scuole con l’organizzazione Blocco Studentesco, molte cose sono cambiate: adesso va preso sul serio.
Un po’ di storia – Casa, perché la prima attività svolta da questo collettivo di giovani romani fu l’occupazione abusiva di uno stabile abbandonato in via Tiberina 801, la prima di una lunga serie. Pound come Ezra Pound, poeta statunitense che trascorse la maggior parte della sua vita in Italia, aderendo anche alla Repubblica Sociale Italiana di Mussolini. Nel 2011, primo anno in cui alcuni suoi esponenti si presentarono alle elezioni amministrative, il presidente del movimento, il 43enne Gianluca Iannone, disse di ritrovarsi nella definizione datagli da un giornalista, quella di “fascista del terzo millennio”. Alle Elezioni Europee 2014 i ragazzi di CasaPound sostennero il leghista Mario Borghezio. Il rapporto con la Lega Nord proseguì con la partecipazione ad alcuni comizi di Matteo Salvini, fino alla rottura definitiva della primavera 2016, quando il leader del Carroccio si era troppo riavvicinato alla coalizione di centrodestra.
Il programma – Il programma politico di CasaPound Italia, facilmente consultabile sul sito del partito, si pone come fine ultimo quello della «riconquista nazionale». Alcuni punti fondamentali: il controllo pubblico delle banche; un’area commerciale europea e chiusa, che non esponga i lavoratori alla concorrenza di Paesi le cui popolazioni non hanno le stesse tutele, orari di lavoro e salari dei lavoratori europei; il blocco dei flussi migratori, considerati tra i «principali vettori di sradicamento e impoverimento sociale, culturale ed esistenziale a danno di tutte le popolazioni coinvolte»; il contratto a tempo indeterminato come forma base di qualsiasi rapporto di lavoro; la nazionalizzazione dei settori delle energie, delle telecomunicazioni e dei trasporti e di tutte le risorse naturali
I motivi del successo – Dal 2% delle comunali dello scorso anno al 9% abbondante di quelle del Municipio Roma X, quello di Ostia: l’ascesa di CasaPound passa da ronde anti-migranti e pacchi di pasta. La scorsa estate sulle spiagge di Ostia i militanti del movimento, vestiti con pettorine rosse, sono scesi sull’arenile di ponente contro i venditori abusivi di bibite, rei di fare concorrenza sleale ai proprietari delle strutture. Anche i parcheggiatori abusivi sono stati presi di mira: il 13 agosto una trentina di uomini, capeggiati dal candidato Luca Marsella, hanno impedito l’attività illegale in piazza Quarto dei Mille. D’altro canto, la loro presenza nel quartiere si è anche manifestata con donazioni periodiche di pacchi di pasta ai meno abbienti e l’organizzazione di feste per i bambini nelle zone più povere e abbandonate del litorale romano.
Le ombre – Decine di arresti, centinaia di denunce e scontri con gruppi antagonisti. Il lato oscuro di CasaPound non è meno vistoso di quello solidale. Il 13 dicembre 2011 Gianluca Casseri, noto simpatizzante del movimento uccise con una .357 Magnum due senegalesi prima di darsi alla fuga. Violenza, ma anche il sospetto che dietro al successo del partito ci sia la criminalità organizzata: Marsella si è più volte fatto fotografare con Roberto Spada, fratello di «Romoletto», capobanda del clan inquisito in mafia capitale. Diversi giornali hanno scritto che alcuni seggi erano presidiati da membri di CasaPound, amici e componenti della famiglia Spada. E poi ci sono i finanziamenti: il movimento di Iannone chiede ai contribuenti il 5 per mille, non attraverso CasaPound, bensì grazie alla cooperativa l’Isola delle Tartarughe (il rettile è il simbolo dell’organizzazione). Peccato che CasaPound sia ormai a tutti gli effetti un partito, perciò gli spetterebbe il 2 per mille e non il 5. Gli ultimi dati ufficiali disponibili riguardano il 2015, anno che segna il record di incasso: 41.036 mila euro.