“Se oggi l’unica speranza di attuare una rivoluzione culturale, democratica e non violenta è il Movimento 5 Stelle, il merito è di Beppe Grillo”. Vito Crimi difende così il comico genovese colpito dalle dure parole di Adele Gambaro, la senatrice Cinque stelle che ha bollato Grillo come vero responsabile della disfatta elettorale alle amministrative. “Gliel’avrei detto di persona. Mi sono fatta dare il numero, ho cercato di chiamarlo più volte. Niente, non mi ha mai risposto”. Adele Gambaro, dopo l’accusa lanciata dai microfoni di Sky Tg24, è tornata a parlare in un’intervista a “La Stampa” e non ha intenzione di cambiare idea: “I post violenti di Grillo hanno danneggiato il Movimento in questa campagna elettorale”. Un attacco a cui il leader dei Cinque Stelle aveva subito risposto con un post di fuoco sul blog in cui invitava Gambaro a dimettersi .
“A me dispiace per Adele Gambaro, la conosco e non aveva dato mai nessun tipo di segno di disagio precedentemente almeno non con me”, ha rivelato Vito Crimi a Radio Popolare Roma, che aggiunge: “le sue dichiarazioni sono state forti e indiscutibili e non ci sono dubbi che non si sente più parte del Movimento, oppure non si sente più rappresentata da Grillo”.
“I miei colleghi conoscevano bene il mio disagio”, si difende la senatrice e ribadisce il suo pensiero: “Noi parlamentari siamo stati lasciati soli. In tre mesi Grillo non l’ho mai visto”. Accuse che hanno lasciato il segno nel Movimento 5 Stelle. “Siamo troppo Grillo-dipendenti. E Beppe non dura un’altra legislatura – racconta il senatore Pepe al Messaggero – Ve lo vedete a 70 anni nelle piazze che si incazza ancora? Dureremo una legislatura. Siamo destinati ad autodistruggerci”.
I deludenti risultati elettorali alle amministrative, percentuali dimezzate rispetto alle politiche e solo due comuni conquistati, hanno accelerato e alimentato un dibattito interno che già esisteva. Con la Gambaro sarebbero già sei gli eletti a cinque stelle espulsi dal Movimento per dissidi con Grillo. Troppi, tanto che il comico genovese ha proposto un referendum sul suo ruolo di leader. “Il referendum non è una provocazione” rivela Vito Crimi, che aggiunge: “Immagino che Grillo abbia voluto capire. Siccome più di una volta qualcuno ha posto questo problema: ‘E’ colpa di Grillò, lui ha detto ‘Va bene. Qualcuno pensa che sia colpa mia? Me lo dica, me lo dica in faccia, un modo per dire non nascondetevi”.
Enrico Tata