Non solo Conte-ter. Nel rebus della crisi di Governo si fanno largo altre soluzioni. Da Gentiloni a Di Maio, durante le consultazioni con il Capo dello Stato Sergio Mattarella i partiti avanzeranno una nuova rosa di nomi che potrebbero portare alla sostituzione del premier dimissionario a Palazzo Chigi. Non si esclude nemmeno un esecutivo di larghe intese guidato da un tecnico: l’ipotesi arriva da Silvio Berlusconi, ma sembra poco probabile, per ora.

Primo scenario: Conte Ter – Questa ipotesi è fin qui la più caldeggiata, ma non è scontato che si concretizzi. Il nodo è la maggioranza assoluta al Senato. Conte, appoggiato da M5s, Pd e Leu, ha bisogno di almeno 7 «volenterosi» per ottenerla. Tra questi in un primo momento si era fatto avanti il forzista Luigi Vitali, per poi fare dietrofront, convinto dalle telefonate di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Si prospettano fitte trattative per convincere altri senatori in bilico. Non è nemmeno escluso che Italia Viva rientri tra i ranghi, ma Conte preferirebbe avere già una base solida a Palazzo Madama che renda ininfluente il partito di Matteo Renzi. Dello stesso avviso il segretario dem Zingaretti: «Rischiamo che Italia Viva si trovi davvero con la “matta” in mano e detti le condizioni sulla composizione del nuovo esecutivo, togliendo spazio a noi».

Il premier dimissionario Giuseppe Conte (foto di Filippo Attili/EPA)

Secondo scenario: Maggioranza invariata, nuovo premier – Proprio Renzi, in una diretta pubblicata sul suo profilo Facebook il 27 gennaio, ha generato forte scompiglio. «In Parlamento assistiamo a un vero scandalo che è il tentativo di far passare le persone non su un’idea ma su una gestione opaca delle relazioni istituzionali, mentre assistiamo alla creazione di gruppi improvvisati sul concetto di poltrone». Da altri esponenti di Italia Viva emergono diversi nomi di papabili sostituti di Conte. L’ex ministra Teresa Bellanova rilancia Luigi Di Maio, secondo cui l’ipotesi «ha il chiaro intento di mettermi contro il premier». La sensazione è che queste voci puntino a destabilizzare gli alleati, come sottolineato sia dall’attuale Ministro degli Esteri, fermi nel voler confermare il premier neo-dimissionario, così come il segretario del Pd, da cui comunque «pretende garanzie dopo averne date». Un’altra ipotesi vedrebbe il coinvolgimento di Paolo Gentiloni, ora Commissario europeo per gli affari economici e monetari, figura autorevole per la programmazione del Recovery Fund: è gradito agli europeisti e a Renzi, meno al M5s. Nel toto-governo spunta anche Roberto Fico, che lascerebbe così libero il ruolo di Presidente della Camera.

L’esterno del Palazzo del Quirinale, dove sono in corso le consultazioni dei partiti con il Capo di Stato Sergio Mattarella (foto ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Terzo scenario: esecutivo di larghe intese con guida istituzionale – A proporlo è Silvio Berlusconi, mentre la linea del centrodestra, promossa da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, punta alle elezioni. Un governo di unità nazionale vedrebbe l’unione di tutti o quasi i partiti politici e il premier sarebbe una figura “terza”. La soluzione appare per ora improbabile, ma non mancano i nomi della possibile guida tecnica per il Paese. Oltre a Mario Draghi, si è parlato dell’economista Carlo Cottarelli, ma è già arrivata la sua smentita: «Il Conte ter è l’unica soluzione». Infine ci sarebbe la presidente emerita della Corte Costituzionale Marta Cartabia, figura gradita a Mattarella, che diventerebbe la prima premier donna in Italia.