Combattere contro la «Gomorra della politica». Questo il progetto di  “Controvento”, il documento pubblicato mercoledì 10 marzo alle 19 sul “Blog delle stelle” da Davide Casaleggio, fondatore dell’associazione Rousseau, e dalla sua socia Enrica Sabatini, facilitatore nazionale al coordinamento e agli affari interni del Movimento 5 Stelle. «Controvento perché, come dissi a Piazza del Popolo in chiusura di campagna elettorale nel 2018, era il ricordo di una targa che mio padre decise di apporre davanti al cancello della sua casa di Ivrea, che è un disegno di Guareschi. Gianroberto pensava che solo controvento si può decollare», spiega il figlio Davide. In realtà secondo molti osservatori il documento altro non è che la certificazione della rottura tra il “vecchio ” Movimento 5 Stelle che ha deciso di sosteetre il governo Draghi e e i dissidenti. Sicuramente in queso senso vanno le prime reazioni.  «Auguri a Rousseau. Il movimento non va di bolina ma col vento in poppa e con Conte», ha commentato il ministro dell’agricoltura Patuanelli. «Mi pare chiaro che l’associazione #Rousseau abbia deciso di spiegare le vele e andare per conto suo. Buona fortuna!», aveva scritto su Twitter il deputato M5S e presidente della commissione Politiche Ue della Camera, Sergio Battelli, dopo l’annuncio del manifesto il 4 marzo.

Le strade di Beppe Grillo e del figlio del cofondatore del Movimento sembrano dunque essersi divise. Da una parte l’appoggio al governo e un ripensamento del ruolo dei pentastellati, sintetizzato dalla frase «non siamo più marziani», pronunciata per segnare questo cambio di passo; dall’altra, un attaccamento alle radici del Movimento che sembra oramai inconciliabile con la sua metamorfosi in partito.

Il manifesto – Controvento si articola in dieci punti, più un undicesimo da «scrivere insieme». Nei contenuti non si distanzia dalle idee che hanno caratterizzato il Movimento fin dalla sua nascita. Da «Il voto è dibattito» (punto 1) all’ «uno non vale l’altro» (5), declinazione dell’uno vale uno, anticipata dall’ex capo politico Di Maio alla vigilia delle elezioni per il parlamento europeo del 2019, i temi ruotano intorno ai canonici capisaldi del Movimento: democrazia diretta, disintermediazione, partecipazione attiva dei cittadini tramite la piattaforma tecnologica, responsabilità degli eletti nei confronti degli elettori, forte critica al carrierismo dei politici. Particolare attenzione è stata posta alla formazione dei «portavoce, non onorevoli» che rappresentano gli attivisti del movimento nelle istituzioni, e sul ribadimento del limite dei due mandati. Principio a cui in molti nel corso di questi anni hanno abdicato: «devono essere previsti limiti chiari e ben definiti alla durata dell’attività nelle istituzioni. Questi limiti una volta definiti dalla comunità devono essere rispettati al fine di evitare carrierismo politico, gruppi di potere e il mancato rinnovo generazionale all’interno della comunità», viene affermato nel punto 4.
L’obiettivo di Controvento, «manifesto di metodo», afferma Casaleggio, è quello di ristabilire una rinnovata partnership con il Movimento e i suoi esponenti politici. In altre parole, risolvere le controversie sui ritardi del finanziamento della piattaforma, che consiste di 300 euro al mese versati dai parlamentari: «esiste un debito da parte del Movimento 5 Stelle (circa 440.000 euro, ndr), che l’Associazione Rousseau ha sempre anticipato», afferma Casaleggio in un’intervista al Corriere. «Sono certo che verrà saldato a breve». Ma sarà importante anche ridefinire il sistema di votazioni interne, che, come dimostra l’ultima sulla nascita del governo Draghi, necessitano di maggiore chiarezza e trasparenza.

Critiche – Negli ultimi due anni, il rapporto tra la piattaforma e il Movimento 5 stelle si è progressivamente incrinato. Da supporto e strumento di partecipazione attiva degli iscritti, nonché emblema della democrazia diretta, la creatura di Casaleggio è diventata corpo alieno all’attività parlamentare e governativa. In molti, tra deputati e senatori, dissentono dall’obbligo di versare una quota mensile per finanziare una piattaforma che percepiscono estranea e retaggio di un’idea di politica che non si sentono in dovere di rappresentare.
Problemi che si inseriscono nell’ambito di una più ampia crisi all’interno del Movimento: ha fallito platealmente le ultime elezioni regionali, dimostrando una scarsa presa sul territorio; non è riuscito, e per alcuni non ha voluto, mantenere in vita l’ultimo governo; dovrebbe dotarsi, come deciso negli Stati Generali, di una struttura collegiale ma allo stesso tempo ha deciso di affidarsi all’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte; ha riconfermato alcuni ministri nel governo Draghi, ma non ha ottenuto il dicastero da cui lo stesso Grillo ha fatto dipendere la nascita dell’esecutivo, quello della transizione ecologica, affidato a Roberto Cingolani.
Pertanto, in un Movimento che viene descritto perennemente in stato di crisi, confusione e alla ricerca della propria identità, il lancio di un manifesto da parte di un dissidente “interno” è stato letto da molti come una sfida, anche se, «ognuno vede quello che auspica» secondo Casaleggio. Un’interpretazione che potrebbe portare al divorzio, come implica anche la provocazione di Sabatini di mettere Rousseau a disposizion di altri partiti.