Carezze, lusinghe, ma anche critiche: Massimo D’Alema valuta il ruolo di Mario Monti in politica e ne affida i giudizi al capitolo aggiuntivo del libro-intervista di Peppino Caldarola, “Controcorrente”, di cui L’Unità del 15 gennaio ha anticipato il contenuto. “L’impronta antipolitica dell’operazione di Monti rischia di essere un assist per Berlusconi”, è l’allarme lanciato dall’ex premier. “L’obiettivo del Terzo Polo sembra quello di impedire al centrosinistra di avere la maggioranza in Senato: guardiamo alla Lombardia, dove si rischia di regalare 27 senatori a Berlusconi”. D’Alema non fa mistero di temere il leader del Pdl: “Il patto Pdl-Lega rafforza il fronte di Berlusconi ed è con loro che daremo battaglia per il governo. Ma credo che vinceremo noi”.

Se Berlusconi è il nemico da sconfiggere, Monti è un soggetto politico cui tendere la mano: “La cosa più conveniente per l’Italia è che si governi insieme, progressisti e moderati. Noi vogliamo una coalizione forte nel Paese, che sia rappresentativa di un largo blocco di forze sociali, quindi dobbiamo costruire un accordo di governo”. E Monti stesso, secondo D’Alema, dovrebbe guardare al Pd: “Il centro moderato deve misurarsi con la sinistra. Giudico positiva l’ambizione del Terzo Polo di favorire la formazione di un’area moderata di respiro europeista, che archivi l’anomalia di Berlusconi, ma ricordo che le componenti più riformiste e europeiste in Italia sono nel Pd. In Italia è opportuna la presenza della sinistra in una grande forza maggioritaria”.

Una frecciata al Professore in merito alla sua decisione di “salire” in campo: “Monti poteva svolgere un ruolo diverso, essere punto di riferimento di un ampio arco di forze. Il suo ruolo si ridimensiona nel momento in cui ha scelto di diventare capo di un partito”.

Infine, D’Alema allontana gli spettri di un tradimento da sinistra (“Dimentichiamoci l’esperienza dell’Unione, Vendola è diverso da quei partiti estremisti che oggi sono confluiti nella coalizione di Ingroia”) e rilancia l’agenda del centrosinistra: “L’Italia ha bisogno di una fase nuova, che proietti il Paese oltre l’emergenza, che metta al centro i temi del lavoro, della crescita, della riduzione delle diseguaglianze sociali, della lotta alla povertà. Il Pd è l’unico grande partito saldamente al di sopra del 30% dei voti: questa è la forza cui spetta il compito di guidare il Paese”.

Francesco Paolo Giordano