Lo scrutatore vota o è indifferente alla politica? Secondo la canzone di Samuele Bersani la risposta è subito data, ma se la stessa domanda la facessimo agli scrutatori giovani? Quando andiamo a votare ci sono loro dall’altra parte del tavolo, indaffarati tra schede e tessere elettorali, matite copiative e documenti dei votanti. In occasione del referendum dell’8 e 9 giugno 2025 (di cui potete seguire la diretta qui), ecco tre storie da tre seggi diversi dell’Italia.
La mia prima volta – Martina è nata nel 2005 ed è una scrutatrice del seggio di Lasino, una piccola frazione di Trento. Questo referendum è stato un debutto per lei in panni diversi dalla semplice votante. A spingerla, più un motivo economico (un tema che ricorre tra tutti e tre gli scrutatori intervistati) anche se, come dichiara: «La ricompensa non è così elevata da giustificare interamente lo scrutinio. La voglia di mettersi in gioco e di fare qualcosa di attivo per la mia comunità mi ha convinta a candidarmi». Martina è una studentessa di Filosofia e tra i suoi colleghi il dibattito, anche politico, è all’ordine del giorno: «Ci siamo accorti che se online il tema del referendum è molto presente e più di un account incoraggia al voto, la stessa cosa non si può dire del mondo offline. Parlando con le persone sembra che molti nemmeno sappiano dell’esistenza di questi due giorni elettorali».
Quella fetta di salame – Anche per Nicolò questo referendum è stata la prima volta dall’altra parte del tavolo, ha 23 anni ed è uno scrutatore del seggio di Montegaldella, in provincia di Vicenza. Aveva già fatto richiesta in altre due occasioni, nel 2022 e 2024, senza però essere convocato. «Anche io sono stato spinto dalla voglia di guadagnare qualcosina, oggi però ho trovato una nuova motivazione. Ho capito quanto possa essere gratificante partecipare alla vita della mio paese. Rivedere volti conosciuti e discutere del territorio con persone diverse, ma che come me questa realtà la vivono tutti i giorni. In un paese piccolo come il mio si amplifica il senso civico». Al momento della nostra chiacchierata, orario di chiusura del primo giorno di votazione (le 23:00 dell’8 giugno) Nicolò ha rivelato: «Per ora la quasi totalità degli under 25 del mio paese non è venuta a votare, solo sei persone su 71. Credo che questo sia un segnale di come i giovani stiano piano piano perdendo la passione verso la politica». Nel suo seggio, gli aneddoti del passato non mancano: «Il presidente di seggio mi ha raccontato che una volta aprendo una scheda elettorale hanno trovato all’interno una fetta di salame».
Giovani dove siete – I social sono il terreno d’azione dei giovani: se si vuole puntare a cambiare un qualcosa nella società è bene agire su quel fronte per comunicare con loro. «Oggi a votare sono venuti quasi solo anziani, ci hanno ricordato un argomento a loro molto caro: di non dare mai per scontate le cose, perché il poter votare è una conquista che anni fa non era nemmeno immaginabile», dice Andrea Maria di 29 anni del seggio di Itri, in provincia di Latina. Ha iniziato nel 2022 e ha ricoperto entrambi i ruoli: sia quello della scrutatrice sia quello della segretaria di seggio. «Mi spiace dirlo, ma nelle ultime occasioni ho sempre visto solo gli estremi anagrafici della società. Ci sono i giovanissimi alla prima esperienza di voto e gli anziani che non se ne perdono più uno. Manca la fascia media, forse per la lontananza rispetto al luogo di residenza o forse per la poca informazione sulle modalità del voto da fuori sede». Nonostante per Andrea Maria questa sia solo la terza volta da membro del seggio, di storie da raccontare ne ha diverse: «Una volta era il compleanno di un pasticcere: appena il presidente di seggio se ne è accorto ha chiesto di poterlo festeggiare. Il pasticciere ha votato, poi si è congedato e dopo qualche minuto è tornato da noi con una torta e una bottiglia prosecco: è stato un compleanno insolito ma divertente. Non si possono poi dimenticare le signore anziane che vedendoci annaspare per il caldo estivo ci portano spesso acqua e fresca e dissetante».