Addio a Raffaele Fitto, che dopo una lunga e contestata vicenda è diventato vicepresidente della Commissione europea, abbandonando il suo ruolo nel governo Meloni. A succedergli come ministro è Tommaso Foti. A dispetto delle previsioni della scorsa settimana, la premier Giorgia Meloni ha deciso di mantenere compatte tutte le deleghe che erano state di Fitto – gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr – e di assegnarle a un uomo di fiducia del partito di governo. Confermando le indiscrezioni delle ultime ore, alla fine la scelta è ricaduta su Tommaso Foti, deputato dal 1996, al tempo in Alleanza Nazionale, e capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia. Sessantaquattrenne, emiliano, era già un profilo gradito a Meloni sin dalla formazione del governo a ottobre 2022, ma non ottenne allora alcun ministero per via delle indagini per corruzione che lo interessavano, archiviate poi a febbraio di quest’anno. 

Problematiche e cambio di ruoli – Le criticità sulla sua figura riguardavano due punti: la delega al Sud a un politico del Nord, che però non è stata considerata un problema da Meloni, in accordo col predecessore Fitto, e la necessità di trovare un nuovo capogruppo a Montecitorio per Fratelli d’Italia in un momento critico come l’approvazione della manovra di bilancio. La sua visita a Palazzo Chigi mercoledì 27 novembre ha dato l’impulso decisivo alla scelta, dopo che vari nomi di esponenti di Fratelli d’Italia, come quelli di Wanda Ferro, Francesco Filini, Marco Osnato, e Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, erano stati scartati. E’ stato anche deciso di non spacchettare le numerose deleghe di Fitto. Il 2 dicembre, un lunedì, Foti è arrivato a Roma: la scelta del giorno, del tutto inusuale per i parlamentari, ha praticamente confermato prima dell’ufficialità le voci che avevano cominciato a girare con sempre maggiore insistenza nelle ultime ore. Il neoministro è stato poi ricevuto al Quirinale poco dopo le 12 per prestare giuramento. A succedere Foti come capogruppo di FdI alla Camera sarà Galeazzo Bignami, anche lui emiliano e attualmente viceministro delle infrastrutture.

La maggioranza – Gli alleati di governo, Forza Italia e Noi moderati, avevano premuto nelle scorse settimane per avere maggiore spazio nei ruoli di governo, mentre il leader della Lega Matteo Salvini, in calo nei consensi, si è mostrato d’accordo con la premier nel mantenere il ministero nell’orbita di Fratelli d’Italia. Le forti tensioni della settimana scorsa all’interno della maggioranza, tra tutte l’opposizione di Forza Italia alla riduzione del canone Rai, hanno però portato a maggiore prudenza nelle richieste degli alleati per non alimentare ulteriormente le tensioni. Giorgia Meloni ha dichiarato a questo proposito dal palco della festa di Noi moderati: «La nostra coalizione è composta da forze politiche diverse, ognuna ha la sua identità e la sua storia che sono un valore aggiunto. Ciò che ci rende forti e coesi è la volontà, la voglia di stare insieme, che è quello che ci consente di fare sempre sintesi e di trovare un punto di incontro».