Elly Schlein (foto ANSA)

«Sarà una storia nuova». Una promessa e tanti obiettivi: ha rotto gli indugi, Elly Schlein. Allo spazio Monk di Roma, la ex vice-presidente dell’Emilia-Romagna si è ufficialmente candidata alla segreteria del Partito Democratico. 37 anni, tre cittadinanze diverse, una famiglia alto-borghese e un cursus honorum «alternativo».

Elena Ethel Schlein, questo il suo vero nome, è nata a Lugano nel 1985 da due accademici: sua madre, Maria Paola Viviani, figlia di Agostino Viviani, senatore socialista negli anni Settanta,  era docente di diritto pubblico comparato all’Università dell’Insubria. Suo padre Melvin, invece, era un politologo e accademico statunitense. Il fratello maggiore, Benjamin, ha seguito la carriera dei genitori, divenendo professore di matematica e analisi all’Università di Zurigo, mentre la sorella Susanna è una diplomatica, oggi Primo Consigliere dell’ambasciata italiana ad Atene, vittima il 2 dicembre scorso di un attentato ad opera del movimento anarchico.

Da Occupy PD al Congresso – La sua carriera politica inizia da giovane, ma non in Italia: il primo impegno pubblico fu nel 2008, quando a Chicago partecipò come volontaria alla campagna elettorale di Barack Obama, ripetendo l’esperienza quattro anni dopo. Nel mezzo, una laurea in giurisprudenza e la fondazione di Progrè, un’associazione studentesca dedita alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica su temi come le politiche migratorie o la realtà delle carceri. Entra nel Partito Democratico sostenendo Pippo Civati e diviene presto il volto di OccupyPD, il movimento nato nel 2013 per protestare contro i franchi tiratori che impedirono l’elezione di Romano Prodi al Quirinale. Un anno dopo viene eletta al Parlamento europeo, dove farà parte della Commissione per lo Sviluppo. L’aria di Strasburgo però, non la distrae dalle cose italiane: nel maggio 2015 segue Civati nella scissione dal PD e nella fondazione di Possibile, partito che lascia nel 2019. Nel 2020 Schlein si impone definitivamente all’attenzione nazionale. Con la lista «Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista e Progressista», sostenuta da piccole realtà locali e da Sinistra Italiana, Articolo Uno ed èViva, corre per le presidenziali dell’Emilia-Romagna, risultando la candidata con più preferenze personali non solo di quella tornata ma di tutte le elezioni tenutesi nella Regione. Diviene così, da indipendente, vice-presidente con l’amministrazione di Stefano Bonaccini, oggi il suo principale sfidante per la segreteria di via Sant’Andrea delle fratte. È per questo che, lo scorso 24 ottobre, Schlein ha lasciato la carica, che per un mese ha cumulato con quella di deputata. Alla politiche del 25 settembre, infatti, è stata eletta, sempre da indipendente, nelle liste del PD. Ora, però, prenderà la tessera «per rispetto di una comunità», ha detto ieri nel corso dell’evento di presentazione della candidatura.

Le idee – Elly Schlein vorrebbe rappresentare il nuovo che avanza per il Partito Democratico e solo il tempo dirà del suo successo. Intanto, il look di ieri era già un elemento di discontinuità, non solo col PD ma con tutta la politica: scarpe da ginnastica, jeans, camicia a righe e giacchetta blu. A differenziarla politicamente dai suoi contendenti, è, invece, prima di tutto l’estraneità sia alla logica delle correnti, che proprio ieri la candidata ha sottolineato con una battuta: «Non esisteranno mai gli schleiniani, troppo difficile da pronunciare», che al «partito dei sindaci» di Bonaccini e Dario Nardella. Al centro del suo programma la scuola e la sanità pubbliche, la giustizia sociale, il reddito di cittadinanza e la lotta ecologista, di cui è stata antesignana quando ancora non era «di moda». In politica estera non è un’atlantista convinta come Bonaccini, ma vuole portare avanti un progetto federalista per un’Unione Europea più forte.