Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

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Non c’è pace per il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, che nel pomeriggio di martedì 16 febbraio arriverà al Senato per il voto finale sugli oltre 6 mila emendamenti. Palazzo Madama è chiamato a pronunciarsi sul cosiddetto “super canguro”, il maxi emendamento che consentirebbe di cancellare in un colpo tutte le modifiche al testo che vertono sulla stessa materia. Neanche il partito di Governo, il Pd, è immune da spaccature interne: al momento i numeri parlano di una ventina di senatori dell’area cattolica dei democratici propensi a votare contro il “super canguro”. Ma il partito di Matteo Renzi ha lasciato libertà di coscienza sul voto, anche se questo non sembrerebbe mettere a rischio l’approvazione della legge che potrebbe comunque essere approvata con circa 165 sì.

Cos’è il canguro?
È una prassi parlamentare che permette di votare in blocco tutti gli emendamenti uguali o di contenuto analogo: bocciandone o approvandone uno si bocciano o approvano tutti quelli dello stesso gruppo.

A cosa serve?
A velocizzare i tempi disinnescando gli emendamenti presentati esclusivamente allo scopo di fare ostruzionismo. Ma per i critici è uno strumento attraverso cui la maggioranza mette a tacere le opposizioni.

Da chi è stato inventato?
Il Regolamento della Camera prevede la possibilità di raggruppare gli emendamenti simili tra loro per velocizzare le votazioni (art. 85). Quello del Senato no. Ma il 17 luglio 1996 l’allora presidente del Senato Nicola Mancino per la prima volta decise di introdurre il meccanismo anche a Palazzo Madama, mutuandolo dalla Camera, e la Giunta per il regolamento di Palazzo Madama gli diede ragione. L’obiettivo? Arginare l’ostruzionismo della Lega Nord contro la conversione di due decreti legge del governo.

a cura di Chiara Severgnini

Il pomo della discordia è l’articolo 5 del ddl, quello che regola la stepchild adoption, cioè la possibilità di adottare il figlio naturale del partner, anche in una coppia omosessuale. Un invito, secondo i cattodem, alla pratica dell’utero in affitto, illegale in Italia ma possibile in molti altri paesi del mondo, come la Spagna. Al posto della stepchild adoption, l’area cattolica dei democratici propone l’affido rafforzato. Come ha scritto il vice-capogruppo al Senato Stefano Lepri sul suo blog, «l’emendamento che sarà presentato sarà in grado di assicurare la piena funzione genitoriale in capo all’affidatario». Per Lepri, in questo modo, si riconoscerebbero «al partner non genitore tutte le funzioni genitoriali ma senza incentivare la maternità surrogata».

Molto critico nei confronti dei cattodem l’europarlamentare Pd Daniele Viotti, che su Twitter si è sfogato:

Salvo correggere il tiro qualche ora dopo:

La Sestina ha raggiunto al telefono proprio Viotti, che ha spiegato così la sua posizione sul disegno di legge che da settimane è al centro delle polemiche. «È una legge che attendiamo da 30 anni», ha detto Viotti che ha anche parlato della situazione interna al Pd, animato da più correnti: «Idee completamente diverse in materia di diritti civili non possono coesistere: quando si parla di valori fondanti bisogna essere uniti».

[audio:http://www.lasestina.unimi.it/wp-content/themes/max/images/2016/02/viotti_mixdown.mp3]

Chiara Baldi e Emiliano Mariotti