Liberalizzazioni

Fonte: www.quellichelafarmacia.com

“L’Italia semplice”, come l’ha definita il presidente del Consiglio Matteo Renzi all’indomani del ddl Concorrenza approvato in Consiglio dei ministri lo scorso venerdì 20 febbraio, è in realtà un po’ meno semplice (e liberalizzata) di quanto avrebbe voluto il decreto liberalizzazioni del 2007 di Pierluigi Bersani e il decreto Destinazione del 2013 di Enrico Letta.

La liberalizzazione più importante di Renzi e del ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi è quella che riguarda Poste Italiane: dal 10 giugno 2016, non avranno più la riserva sulla spedizione degli atti giudiziari e delle notifiche di sanzione da parte della Pubblica Amministrazione.

Novità consistenti anche per l’Rc Auto, per il quale è stato recuperato il decreto di Letta secondo cui le compagnie di assicurazioni avranno l’obbligo di fare “sconti significativi” ma solo nel caso in cui il cliente accetti una serie di condizioni, tra cui l’installazione della scatola nera o la riparazione in officine convenzionate con le assicurazioni. A tal proposito, sono insorti i carrozzieri perché – sostengono – “le compagnie potranno incidere sulla formazione dei prezzi degli interventi fino a imporre tariffe orarie e tempi di lavorazione”. Inoltre, gli sconti significativi valgono anche per gli automobilisti che accettino le clausole per contenere i costi o contrastare le frodi (per esempio, l’installazione di strumenti per rilevare il tasso alcolemico). Infine, verrà introdotto l’obbligo di indicare i testimoni, in caso di incidenti in cui si verificano solo danni alle cose, non oltre il momento della denuncia del sinistro.

Hanno invece provocato scontento e delusione – soprattutto in chi credeva in una maggior spinta liberalizzatrice – altri provvedimenti. Innanzitutto quello relativo alle comunicazioni: nel testo viene infatti cancellata la norma prevista nel 2007 da Bersani secondo cui recedere da un contratto telefonico non prevedeva alcuna penale. Nel testo di Renzi, invece, si legge che “nel caso di risoluzione anticipata, l’eventuale penale deve essere equa e proporzionata al valore del contratto e alla durata residua della promozione offerta”. Come ha spiegato il responsabile dei rapporti istituzionali per Altroconsumo Marco Pierani al Corriere della Sera, il rischio è che un cliente possa arrivare a pagare anche più di 100 euro per cambiare l’operatore telefonico.

Fallisce anche il tentativo di togliere il monopolio ai tassisti, nonostante Renzi abbia promesso “guerra alle lobby”: è stata stracciata la norma che avrebbe favorito Uber mentre resta quella che vincola il noleggio con conducente (Ncc) a operare nel solo comune che ha rilasciato l’autorizzazione e che avrebbe, quindi, realizzato la “piena sostituibilità” tra taxi e Ncc.

Come già Monti nel 2011, anche Renzi ha dovuto quindi fare marcia indietro sulla vendita di medicinali di fascia C (quelli non salva vita) al di fuori delle farmacie: non potranno essere venduti né nelle parafarmacie né in supermercati, a differenza di quanto accade in altri Paesi del mondo. Passa quindi la linea del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che entusiasta ha twittato “è una vittoria dei pazienti, soprattutto degli anziani”.

In ambito editoriale, resta la Legge Levi introdotta nel 2008: lo sconto massimo sui libri venduti non potrà superare il 15%.

Molto discusso anche il provvedimento sulle professioni, in particolare per quanto riguarda i notai che con il nuovo provvedimento non saranno più necessari in caso di compravendita di immobili non a uso abitativo e con valore inferiore a 100mila euro: ci si potrà rivolgere semplicemente ad un avvocato titolare di una copertura assicurativa ad hoc. A loro volta, gli avvocati potranno aderire a più di una associazione professionale e potranno entrare, nei loro studi, soci di capitale.

Infine, polemiche anche per il prolungamento al 2018 per l’eliminazione dei contratti a tutela per coloro che non hanno ancora scelto gli operatori nel mercato libero dell’energia. In un primo momento, il Governo aveva assicurato che sarebbero iniziati già il 30 giugno 2015 per il gas e il 30 giugno 2016 per l’elettricità.

Chiara Baldi