Il primo disegno di legge italiano sull’economia dello spazio è già al centro delle polemiche. Approdato alla Camera lunedì, è previsto per oggi 27 febbraio il conferimento del mandato ai relatori per l’invio del testo all’assemblea di Montecitorio per la discussione in prima lettura. Ma il contenuto della legge, e alcuni emendamenti presentati dalle opposizioni e in parte introdotti nel testo, sono finiti nel mirino di Andrea Stroppa, rappresentante italiano di Elon Musk, patron di Space X e Starlink. Comnunque alla fine gli emendamenti proposti in funzione “anti-Starlink” sono stati quasi tutti bocciati.

Il Ddl e gli emendamenti – Il disegno di legge mira a regolare l’economia dello spazio, definendo i meccanismi di vigilanza e gli strumenti di pianificazione economica per lo svolgimento dell’attività spaziale da parte degli operatori del settore. Il provvedimento istituisce anche un Fondo per l’economia dello spazio e prevede l’elaborazione di un Piano Nazionale che includa l’analisi, la valutazione e la quantificazione dei fabbisogni del comparto, per individuare gli investimenti finanziabili attraverso risorse pubbliche e contributi privati. Durante i lavori della commissione Attività produttive della Camera sono passati due emendamenti del Partito Democratico, presentati e sottoscritti anche dal Movimento 5 stelle, Alleanza Versi Sinistra e Azione, che introducono riferimenti alla “sicurezza nazionale” e a un “adeguato ritorno industriale”. Tuttavia molti altri emendamenti delle opposizioni sono stati bocciati.

Stroppa – Nei mesi scorsi Musk era diventato l’interlocutore elettivo di Giorgia Meloni e, con Starlink e SpaceX, un potenziale partner economico. Questo spiega la reazione di Stroppa: «Si vuole far passare Starlink e SpaceX per i cattivi». Con un post su X Stroppa si è scagliato contro Fratelli d’Italia, sottolineando una presunta intesa con il Pd e prendendo le distanze dal partito di maggioranza relativa, nonostante gli ottimi rapporti della premier con Musk: «Agli amici di FdI: evitate di chiamarci per conferenze o altro». Nel suo post, l’informatico rilancia il titolo di un articolo nel quale esponenti del Pd rivendicano di aver ottenuto, insieme alle altre opposizioni, l’approvazione di emendamenti per porre “paletti chiari per la sicurezza digitale“. Il giovane esperto informatico non è nuovo alle polemiche: si deve a lui la creazione della foto artificiale con Meloni, Trump e Musk vestiti con toghe romane. È inoltre indagato per corruzione in un filone dell’inchiesta su un presunto giro di mazzette all’interno di Sogei Spa. Ex hacker di Anonymous, in passato ha avuto rapporti professionali con Marco Carrai, imprenditore fedelissimo di Matteo Renzi ai tempi di Palazzo Chigi. A gennaio 2025la Procura di Roma ha acquisito le sue chat con Musk per capire se il tycoon sudafricano fosse a conoscenza delle sue presunte condotte illecite.

Le reazioni politiche – La replica di Fdi è arrivata a stretto giro: «Una polemica assolutamente priva di fondamento». Andrea Mascaretti, deputato meloniano e relatore del disegno di legge, ha cercato di fare chiarezza: «Non sono stati approvati emendamenti contro o a favore di qualcuno». E specifica: «(Gli emendamenti) non introducono nulla di nuovo, ma rafforzano i concetti di sicurezza nazionale e di ritorno industriale per il sistema Paese, già espressi nella legge». Intanto le opposizioni lamentano la bocciatura degli altri emendamenti, e descrivono il ddl come un assist al dominio di Musk. “È pieno di favorini e favoretti dei patrioti di governo ai Musk di turno. Ma ascoltando Stroppa, oggi Fdi si accorge che al magnate americano non bastano: lui vuole la strada letteralmente spianata per fare il bello e il cattivo tempo in Italia” ha commentato in una nota la deputata M5S Emma Pavanelli.