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Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato che con lo sgombero del capannone di Modena il governo ha voluto dare un segnale sulle intenzioni della maggioranza: far rispettare le leggi. La mossa successiva è stata la stesura del decreto anti-rave per, ha detto il ministro, “allinearci alla legislazione degli altri Paesi europei”. L’opposizione replica: nel resto del mondo i rave sono per lo più legali o sanzionati con più indulgenza.

La norma anti-rave – In Italia il primo decreto-legge del governo Meloni ha introdotto, con l’articolo 5, l’aggiunta al Codice penale dell’articolo 434 bis (Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica). Il testo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31 ottobre 2022, stabilisce che “chiunque organizza o promuove l’invasione di cui al primo comma è punito con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000”. L’invasione deve essere commessa da “un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”.

Pena ridotta a chi vi partecipa solamente. Il decreto legge non usa però la formula “rave party”, ma “invasione”. Dettaglio che ha suscitato molte polemiche, anche nelle aree più garantiste dello stesso centrodestra, data l’indeterminatezza dell’espressione, che potrebbe riguardare anche manifestazioni portate avanti nelle scuole, nelle fabbriche e in generale qualsiasi associazione di persone (diritto peraltro costituzionalmente garantito dall’art. 18).  Un’altra critica riguarda il fatto che esisterebbero già varie norme – art. 633 e art. 655 del codice penale – atte a regolare e sanzionare questo tipo di raduni illegali. Le stesse norme che sono state applicate proprio per far sgomberare il capannone di Modena.

I Paesi con leggi ad hoc – La Gran Bretagna è senza dubbio la patria dei rave party, dove hanno avuto un enorme successo sin dagli anni ’90. La legge inglese è tra le più stringenti e prevede che le forze dell’ordine possano fermare veicoli entro 8 chilometri dal luogo dell’illecito e allontanarli, oltre che sequestrare le attrezzature e considerare reato il non ubbidire alla richiesta. Un rave party è definito come “un raduno di 20 o più persone dove viene suonata musica amplificata di notte e che potrebbe creare fastidio ai residenti”. La sanzione, secondo il Criminal Justice and Public Order Act, consiste in una multa e nel carcere fino a tre mesi.

In Francia, i rave party devono essere autorizzati. In caso di violazioni, la pena prevista consiste nel carcere fino a sei mesi e 4500 euro di multa per gli organizzatori. L’ammenda per i partecipanti, nel caso in cui fosse stato espressamente vietato di parteciparvi, è di 38 euro.

I Paesi senza una legge anti-rave – In Germania non esiste una legge nazionale specifica per contrastare i rave party, ma dipende dai singoli Land. In generale, bisogna dichiarare con anticipo alle autorità locali l’intenzione di svolgere una festa e chi ne è il responsabile, oltre che rispettare le misure di sicurezza, di igiene e la quiete pubblica. La maggior parte dei rave qui si svolge in maniera del tutto legale, complice anche il fatto che Berlino sia considerata la patria della techno, la musica più diffusa in questi party.

In Olanda, così come in Belgio, i rave sono ammessi, ma a patto di ottenere i permessi dalle autorità municipali. I due Paesi sembrano seguire la linea degli Usa, poiché le forze dell’ordine intervengono sui singoli reati, in mancanza di una norma specifica per contrastare i party illegali. Le sanzioni più comuni, dunque, riguardano la violazione della proprietà privata e l’uso di sostanze stupefacenti. Qui vengono multati, a seconda della Regione, organizzatori e partecipanti.

In Spagna le infrazioni che si svolgono durante i rave party vengono sanzionate attraverso delle multe. Il governo spagnolo prevede la punizione dei singoli illeciti, come la violazione delle norme di sicurezza o il possesso di sostanze stupefacenti, ma non punisce direttamente l’organizzazione dell’evento.

Stati Uniti – Anche negli Usa i rave party sono molto diffusi. Qui, laddove rispettino alcune caratteristiche, acquisiscono il carattere di feste legali. Per essere tali devono avere una business licence (licenza commerciale), l’autorizzazione dalla città in cui si svolge il rave, il permesso del proprietario del luogo che ospita l’evento e la concessione al Dj dei diritti per la riproduzione della musica. Se mancano questi requisiti, il rave diventa illegale e vengono perseguiti i singoli reati.