Dopo il semaforo verde del consiglio dei ministri, il 18 gennaio, il decretone con gli interventi bandiera di M5s e Lega si appresta a incassare il primo via libera parlamentare. Il provvedimento che contiene le misure sul reddito di cittadinanza e quota 100 per la pensione anticipata approda nell’Aula di Palazzo Madama il 25 febbraio e le proposte di modifica presentate in commissione Lavoro al Senato sono 1.570. Fratelli d’Italia con 900 è il gruppo che ha presentato il maggior numero di emendamenti, il Partito democratico 225, Forza Italia 236 e Liberi e uguali 130. Anche la maggioranza con 80 proposte, 34 dal Movimento 5 stelle e 43 dalla Lega, è pronta a modificare in corsa il decretone.

Emendamenti gialloverdi Per tamponare il rischio di una maxi ondata di uscite provocata da quota 100 nelle amministrazioni locali, l’esecutivo introduce un emendamento per favorire il turn over per Regioni e Comuni nel triennio 2019-2021. Le amministrazioni regionali e comunali potranno tener conto delle cessazioni dal servizio del personale di ruolo sia dell’anno precedente che di quello in corso per procedere a nuove assunzioni. E i vincitori dei concorsi banditi dalle Regioni e dagli enti locali saranno tenuti a rimanere nella sede di prima destinazione per un periodo «non inferiore ai cinque anni». Un altro emendamento targato Lega-M5S propone  l’estensione da 60 a 120 rate mensili, per un importo minimo di 30 euro, del meccanismo per consentire ai lavoratori in attività dal 1 gennaio 1996 di riscattare in tutto, o in parte, i periodi non coperti da contribuzione (fino a un massimo di cinque anni) con una detraibilità del 50 per cento degli oneri sostenuti. Sempre per compensare l’effetto quota 100, il ministero della Giustizia dall’1 luglio 2019 potrà procedere con 1.300 assunzioni di personale non dirigenziale a tempo indeterminato, garantendo la sostituzione dei lavoratori pubblici fuoriusciti con la riforma pensionistica.

Quota 100 – Confermati i requisiti d’accesso, ovvero 62 anni di età e 38 di contributi minimi, al provvedimento su cui la Lega ha giocato la propria campagna elettorale. La misura viene introdotta “in via sperimentale” per il triennio 2019-2021 e scatta a partire dall’1 aprile, mentre la finestra di uscita per gli statali è prevista a partire dall’1 agosto 2019.  Per tutti i pensionati pubblici è prevista la possibilità di avere subito l’anticipo di fine rapporto fino a 30.000 euro, grazie a un sistema di prestiti erogati dagli istituti di credito. Slitta di tre mesi la finestra per accedere alle pensioni d’anzianità: chi matura i nuovi requisiti contributivi (42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne) «consegue il diritto» trascorsi tre mesi dalla data di maturazione. I fondi di solidarietà bilaterali tra aziende e lavoratori, istituiti nel 2015 dal Jobs Act, potranno agevolare l’arrivo a quota 100 favorendo il turn over del personale. La misura riguarda i lavoratori che raggiungeranno quota 100 nei prossimi tre anni, ma l’assegno può essere erogato solo in presenza di accordi aziendali specifici.

Reddito di cittadinanza – La misura bandiera dei cinquestelle riguarderà le circa 5 milioni di persone al di sotto della soglia di povertà assoluta e scatterà dal prossimo aprile. A marzo sarà pronto il sito per il reddito di cittadinanza e le domande per accedere al sussidio potranno essere effettuate, dal 6 marzo, per via telematica, presso gli sportelli dei Caf, di Poste Italiane e Inps che verificherà il possesso dei requisiti. Per i pensionati che vivono sotto la soglia di povertà è prevista la pensione di cittadinanza, una versione del reddito riconosciuta ai nuclei i cui componenti abbiano più di 65 anni e un reddito familiare di 7.560 euro annui. I soldi del reddito, erogati attraverso una carta prepagata di Poste Italiane, dovranno essere spesi entro un mese altrimenti verranno detratti dall’erogazione del mese successivo. Dopo l’accettazione, il beneficiario verrà contattato dai Centri per l’impiego per individuare il percorso di formazione o reinserimento lavorativo da attuare. Chi fornisce dati falsi rischia da 2 a 6 anni di carcere. Le ultime modifiche nate dal compromesso tra Lega e M5s, e da inserire in corsa durante i lavori in Senato, prevedono: stretta sui migranti che dovranno munirsi di certificati del Paese d’origine tradotti in italiano; dei controlli per separati divorziati dopo l’1 settembre 2018; l’esclusione dei condannati per diversi reati, che vanno dal terrorismo alle truffe; maxi sanzione per i datori di lavoro che assumono persone in nero beneficiarie del reddito; attenzione maggiore (ma non risorse in più) alle famiglie con figli e disabili.

Ritorno del Cda per Inps e Inail – La bozza del decretone, dopo l’ipotesi di commissariamento, sancisce il ritorno per entrambi gli istituti di un Consiglio di amministrazione a 5 componenti compreso il presidente. Il ministero del Lavoro ha rilasciato una nota in cui spiega che «la norma non prevederà alcuna decadenza degli attuali vertici, le cui funzioni saranno riviste seguendo una logica di una gestione collegiale degli enti». Dal ministero «non sarà presentata alcuna norma che ponga alcun commissario a capo dei due enti».

Precari scuola – Via libera anche a una norma che riconosce un punteggio maggiore ai precari della scuola nei futuri concorsi dove i titoli varranno il 40% del punteggio complessivo e sarà valutato il servizio svolto presso le istituzioni scolastiche del sistema nazionale, «al quale è attribuito un punteggio fino al 50 per cento del punteggio attribuibile ai titoli».