«Se il governo ha promosso un’indagine sul conflitto di interessi all’interno del governo, è giusto che io chieda che l’indagine si estenda a tutte le istituzioni». Vittorio Sgarbi non è d’accordo con la delibera dell’Antitrust, appena pubblicata, e ha scritto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni chiedendo che anche gli altri membri dell’esecutivo vengano sottoposti a indegine.
Conflitto d’interessi – Secondo l’Antitrust, Sgarbi ha esercitato, dopo essere diventato sottosegretario, «attività professionali in veste di critico d’arte, in materie connesse con la carica di governo a favore di soggetti pubblici e privati» e ha violato la legge Frattini sul conflitto d’interessi. Secondo l’Agcm, il critico d’arte avrebbe sottratto tempo agli incarichi di governo per partecipare ad altri eventi, anche a scopo di lucro, come evidenziato da alcune inchieste giornalistiche e televisive.
La replica – Per Vittorio Sgarbi il provvedimento è ingiusto e ha già dichiarato che farà ricorso al Tar: «La delibera è chiara: non posso fare la vita che ho fatto per cinquant’anni, non posso essere me stesso ed essere sottosegretario». Sgarbi, nella sua lettera, ha anche ringraziato Meloni per il comportamento tenuto nei suoi confronti: «Sei sempre stata rispettosa, lineare e mai cedevole verso i molti e agguerriti oppositori che hanno imbastito una vera persecuzione giornalistica e televisiva (con la tv di Stato!) sperando, con me, di mettere in soggezione te e il governo da te presieduto».