«È necessario che chi ha ruoli di responsabilità o la capacità di muovere consenso si metta in gioco ed entri nel nuovo organo collegiale». È questo uno dei punti chiave emersi durante gli Stati Generali del Movimento 5 Stelle come espresso dal capo politico reggente Vito Crimi sul Corriere della Sera. Scopo dell’assemblea è stato definire alcune linee guida generali per il futuro del Movimento, che resta però incerto: nell’attesa della sintesi redatta con l’aiuto di 34 «facilitatori», sono ancora molti i nodi da chiarire, dalla leadership all’organizzazione. Sembra esserci un accordo anche sull’accettazione delle alleanze programmatiche e il mantenimento del vincolo del doppio mandato.
La frattura – L’appello di Crimi si riferisce alla frattura emersa durante il congresso tra l’ala “dura” di Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista e quella “governista” che fa capo a Luigi Di Maio. L’apertura degli Stati Generali è stata segnata dalla mancata partecipazione del figlio del fondatore di Rousseau, che ha accusato i pentastellati di non aver reso pubblici i voti dei 305 delegati e dei 30 relatori partecipanti prima dell’assemblea e ha per questo invocato il rispetto delle «regole d’ingaggio» attraverso un post su Facebook. Anche Alessandro Di Battista ha attaccato con parole durissime l’ala “governista”: «l’unica posizione che conoscono è la genuflessione davanti ai loro padroni». Ha però fatto marcia indietro nel corso dell’assemblea plenaria, dicendo di non vedere l’ora di rimettersi in gioco (e dunque collaborare) e allontanando così l’eventualità di una defezione. In diretta da palazzo Chigi, è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte che ha invitato il Movimento alla collaborazione, perché «governare è anche il coraggio di cambiare idea».
L’organizzazione – Una delle novità del M5S riguarda l’istituzione di un organo di leadership collegiale. L’obiettivo è porre fine all’era del capo politico, istituendo un direttivo plurale che rifletta l’anima dal basso del Movimento. Sono ancora sul tavolo le proposte per le modalità di elezione dei rappresentanti che dovrebbero essere sette. Un altro nodo è quello del vincolo del doppio mandato, che verrà probabilmente riconfermato e incluso tra le modifiche dello Statuto del Movimento. Si è inoltre stabilito il finanziamento attraverso i contributi volontari dei cittadini, mentre l’eventualità di usare quelli pubblici ai partiti è stata ancora una volta respinta. Possibili alleanze di programma sono state accettate, a differenza di quelle strutturali. Così il M5S sottintende che correrà da solo alle prossime elezioni, non escludendo alleanze alle Comunali. Ancora incerto il nuovo rapporto tra il Movimento e l’Associazione Rousseau. Gran parte dei pentastellati è contraria alla dismissione della piattaforma, ma non è esclusa una revisione del contratto di servizio. Il futuro del M5S si deciderà nelle prossime settimane, quando verranno resi noti la sintesi del congresso e il nuovo assetto della leadership collegiale.