«Un passo indietro per i diritti umani». Così la commissaria del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, ha definito il decreto legge sulla sicurezza caro al vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, approvato dal Senato lo scorso 7 novembre. La politica e attivista bosniaca, che da aprile 2018 si occupa di stabilire un dialogo permanente tra gli Stati europei sulla tutela dei diritti umani, ha espresso particolare preoccupazione sulle limitazioni imposte dal provvedimento al sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati: «Non consentendo a costoro di accedere al sistema degli Sprar – ha detto la Mijatovic all’Ansa- si metterà ulteriormente in difficoltà il sistema di ricezione e integrazione italiano». Non si è fatta attendere la risposta di Salvini che su Twitter ha scritto: «Il commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa straparla. Farebbe meglio a guardare in casa propria, visto che nel Consiglio d’Europa c’è anche la Turchia. Ankara non è esattamente un modello di democrazia e tutela dei diritti umani. Basta lezioni e insulti da Strasburgo: c’è un limite a tutto.» Uno scontro tra le parti che al momento sembra avere un unico termine certo, la data del 22 novembre, quando la Camera dei Deputati passerà al vaglio tutti i punti del provvedimento. A questo proposito la commissaria si è rivolta direttamente al Parlamento italiano chiedendo di «evitare di prendere decisioni affrettate, consultando anche le organizzazioni che si occupano di diritti umani e la società civile».
Il decreto sicurezza – I 40 articoli del decreto legge stabiliscono disposizioni sui delicati temi di pubblica sicurezza, terrorismo e lotta alle Mafie. Tra gli argomenti che hanno maggiormente preoccupato il Consiglio d’Europa ci sono quelli relativi al tema immigrazione, accorpato al provvedimento in un secondo momento con il Sì pieno della maggioranza al Senato. Questi alcuni dei punti principali:
• abolizione della protezione umanitaria
• limitazione del sistema degli Sprar. I centri di protezione per rifugiati non potranno più accogliere i richiedenti asilo ma soltanto minori non accompagnati e chi ha già ricevuto protezione internazionale
• piano nazionale di sgomberi anche con intervento di Forza Pubblica
• revoca della cittadinanza a chiunque venga ritenuto un pericolo di Stato
• fondi per i rimpatri: stanziati 500.000 euro per il 2018, 1,5 milioni per il 2019 e 500.000 euro per il 2020.
Il Consiglio d’Europa – Negli ultimi tempi le dichiarazioni dei diversi organi europei arrivano a Roma sempre più di frequente. L’ultima viene da Strasburgo, sede ufficiale del Consiglio D’Europa dal 1949, anno in cui ricorre la fondazione della stessa organizzazione da parte dei primi 10 paesi membri. Il Consiglio è un’organizzazione internazionale, estranea all’Unione Europea, il cui scopo è quello di promuovere il principio di democrazia, i diritti umani e l’identità culturale europea. Rappresentato da 47 stati membri, si è espresso più volte nei confronti dell’Italia monitorando, in particolare nell’ultimo periodo, le operazioni marittime italiane in Libia.