Versamenti a fondo perduto, ma anche sgravi contributivi fino a 3.000 euro per gli autonomi. Questo il piano per le partite Iva nel decreto sostegni, prossimo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La relazione tecnica al provvedimento, diffusa dagli organi di stampa nella giornata di ieri, 21 marzo, illustra nel dettaglio le misure che il Governo ha previsto, per dare respiro alle attività economiche in attesa che la campagna vaccinale, ancora a rilento, inizi a dare i suoi frutti.
Versamenti legati al fatturato – Gli aiuti a fondo perduto, che non sono più legati a specifiche categorie di attività ma possono essere chiesti da qualsiasi imprenditore che abbia avuto, tra il 2019 e il 2020, un calo del fatturato superiore al 30%, interesseranno, secondo la relazione, «circa il 54% dei titolari di partita Iva». L’importo va dal 20% delle perdite per chi ha avuto ricavi tra i due e i dieci milioni di euro nel 2019, al 60% per chi invece nell’ultimo anno prima dell’emergenza Covid ha guadagnato meno di 100.000 euro. Questa norma, ha dichiarato il presidente del Consiglio Mario Draghi nella sua conferenza stampa di venerdì 19 marzo, «significa che 11 miliardi entreranno nell’economia ad aprile». Ma, come riporta il Sole 24 Ore, se si guarda il database delle fatture elettroniche, le imprese che hanno riportato una diminuzione dei ricavi sopra la soglia minima prevista dal decreto rischiano di essere solo alberghi e ristoranti.
Esonero dai contributi – Ma le misure del decreto sostegni prevedono anche un ulteriore aiuto per i lavoratori autonomi più in difficoltà, un esonero dal pagamento dei contributi previdenziali fino a 3.000 euro. In questo caso, la platea dei potenziali beneficiari è però più ristretta: in primo luogo la misura è limitata a chi ha avuto un reddito professionale minore di 50.000 euro nel 2019, e in secondo luogo è necessario un calo dei profitti nel 2020 almeno del 33% (e non del 30 come per i contributi a fondo perduto). Secondo la ragioneria generale dello Stato, saranno circa 490.000 le partite Iva che ne usufruiranno, per un onere a carico dell’erario di un miliardo e mezzo di euro. A queste misure si aggiungono ulteriori sgravi fiscali: il taglio della componente fissa delle bollette elettriche per i mesi di aprile, maggio e giugno e quello del canone Rai, nella misura del 30%, per le attività del settore ospitalità.
Reazioni politiche – «Siamo consapevoli che si tratti di risposte parziali, ma è il massimo che abbiamo potuto fare», si è giustificato il presidente del Consiglio Draghi durante la conferenza stampa di presentazione delle misure. Lo scostamento da 32 miliardi era già stato deliberato dal precedente Governo Conte, ma il neo premier ne ha promesso un altro nelle prossime settimane. Nuovi fondi sui quali le forze politiche di maggioranza reclamano già la paternità. Il leader della lega, Matteo Salvini, ha dichiarato: «Con 20 miliardi non vai da nessuna parte, nel prossimo decreto ne servono cento». Dichiarazioni simili da Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia: «C’è stato un cambio di passo, ma non è ancora sufficiente». Soddisfazione moderata invece dall’area M5S, con il presidente della Camera Roberto Fico che ha affermato: «Il decreto legge sostegno era un intervento molto atteso. Ora possiamo aiutare famiglie e imprese». I 5 Stelle hanno accolto con favore anche la conferma del reddito di cittadinanza e la proroga dei contratti dei “navigator”, punto su cui è stata invece critica la leader di Fdi, Giorgia Meloni: «Quando vedo che proroghiamo i navigator esco pazza. Non siamo nella condizione di buttare i soldi».
Le categorie professionali – Per quanto riguarda le categorie professionali, il decreto non è stato accolto in maniera unanime. L’Istituto nazionale tributaristi ha ritenuto «positivo, seppur limitato» l’intervento, mentre Antonio de Angelis, presidente dell’Aiga, Associazione Italiana Giovani Avvocati, ha espresso «profonda insoddisfazione» per il metodo di calcolo dei contributi.