Governo tecnico, di scopo, istituzionale o elezioni subito? Per ora l’unica certezza è che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha congelato le dimissioni del premier Matteo Renzi. Il motivo: bisogna garantire che la legge di stabilità, la cui scadenza è prevista per il 31 Dicembre, sia portata a compimento. Il Presidente del Consiglio rimarrà quindi fino a martedì o venerdì della prossima settimana per permettere al parlamento di approvarla. Poi lascerà, riaprendo la crisi al buio scaturita dall’esito del referendum. Queste le ipotesi per risolverla.

Elezioni subito. Le chiedono a gran voce lo stesso Matteo Renzi -«se tutti vogliono votare, il PD non può suicidarsi»-, Lega Nord e Movimento Cinque Stelle. Con quale sistema? L’Italicum alla Camera. Per il Senato si pensa invece al Consultellum (correzione del Porcellum proposta dalla Corte Costituzionale), o allo stesso Italicum esteso su base regionale. La proposta è dei grillini guidati da Danilo Toninelli, uno dei più strenui oppositori della legge elettorale di Renzi che ora sembra aver cambiato idea. C’è però un problema. L’Italicum potrebbe essere incostituzionale, per questo si aspetta il verdetto della Consulta che lo aveva posticipato per non influenzare l’andamento del referendum.

Piero GrassoGoverno di scopo. A guidarlo sarebbe Pietro Grasso, attuale Presidente del Senato, che vanta un buon rapporto con le opposizioni. Seppur appartenente al Partito Democratico, l’ex magistrato non è un renziano di prima linea e potrebbe riuscire a reggere il Paese per un periodo di tempo limitato ma sufficiente a modificare la legge elettorale e approvare la legge di stabilità. Questo perché Renato Brunetta e altri esponenti di Forza Italia vogliono che sia il PD a governare -«con un premio di maggioranza di 130 deputati, hanno tutto il diritto di farlo»- ma non sono disposti ad appoggiare un esecutivo di Renzi, seppure a breve termine.

Governo istituzionale. Una “sfiducia” del premier potrebbe arrivare dal suo stesso partito che si riunirà nella giornata di domani, 7 Dicembre. Le opposizioni interne non dovrebbero spodestare il premier dalla segreteria ma potrebbero preferirgli Dario Franceschini alla guida dell’esecutivo. Il ministro della Cultura non intende candidarsi alle elezioni e non è dunque visto come un ostacolo dai colleghi che puntano a Palazzo Chigi. Inoltre piace alla minoranza dem che pure non disdegna un ritorno di Romano Prodi. Tra le aule del Parlamento si parla anche di Graziano Delrio o Paolo Gentiloni, rispettivamente ministro dei Trasporti e degli Esteri, che dovrebbero traghettare l’Italia fino alla fine naturale della legislatura, prevista nella primavera 2018.

Pier Carlo Padoan, ministro dell'economiaGoverno tecnico. In questo caso la scelta ricadrebbe invece sul ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan. L’ ex rettore della Bocconi e direttore esecutivo dell’Italia per il Fondo Monetario Internazionale, è molto stimato nel suo campo e a Bruxelles. I leader europei vedono nella sua figura una garanzia della continuità dell’Unione con L’italia e sono pronti a sostenere la sua candidatura. Che Padoan abbia rinunciato alla riunione Ecofin per capire i suoi prossimi passi? Lo scopriremo presto.