“Parliamo di scuola”. Ha esordito così, Matteo Renzi, nel video del 13 maggio, in cui spiega i punti fondamentali della riforma dell’istruzione italiana. Il video è stato pubblicato poche ore prima che alla Camera, il 14 maggio, iniziasse la discussione del Ddl scuola. Solo un confronto politico, non una decisione nè la richiesta di porre la fiducia in quest’occasione. Per il voto definitivo bisognerà attendere il 20 maggio.

Renzi, nel video, ha voluto sottolineare il suo “Sì al dialogo, no al boicottaggio”. Una risposta, e un’apertura dunque, alle critiche arrivate alla riforma dal mondo della scuola. Il 5 maggio scorso presidi e insegnati sono scesi in piazza per contestare un sistema che prevede grande potere ai dirigenti scolastici e che rischia di scadere nel nepotismo. Poi, qualche giorno dopo, la protesta si è riaccesa, questa volta contro i test Invalsi e con la minaccia dei professori di sospendere gli scrutini. Nel boicottare il sistema “non si fa un servizio ai ragazzi”, ha replicato il Presidente del consiglio, che ha anche ricordato come la fine del precariato e la valorizzazione degli insegnanti rimangano i punti chiave.

Ma anche nel mondo politico continuano le critiche al progetto di riforma. Gli oppositori sono anche all’interno del Pd, anche su questo tema. “Non voterò il ddl se non verrà modificato”, ha annunciato l’ex viceministro dell’Economia Stefano Fassina. Per la minoranza dem sono “inaccettabili” le proposte del ministro della scuola Stefania Giannini durante il dibattito alla Camera.

In un clima di incertezza e di attesa per il voto finale, quello che resta certo è la decisione del presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi, Roberto Alesse. Risponderà con la precettazione se la minaccia di di boicottare gli scrutini diventerà realtà. Ma potrebbe essere un’ipotesi lontana, visto che lo stesso Alesse ha parlato di un clima di dialogo tra il mondo politico e i sindacati negli ultimi giorni.

Federica Villa