Si è auto sospeso da Fratelli d’Italia l’ex assessore comunale di Genova accusato di rivelazione di atti d’ufficio e corruzione. Secondo gli investigatori Sergio Gambino avrebbe orchestrato, insieme al comandante della polizia locale, il dossieraggio ai danni della candidata Silvia Salis, ora sindaca. Gambino – che gestiva le deleghe a mobilità, sicurezza e polizia locale – avrebbe passato ad alcuni giornalisti un fascicolo su un incidente d’auto dov’era coinvolta la candidata del centrosinistra. L’altra accusa riguarda il presunto giro di corruzione che, secondo la procura, era controllato dall’assessorato di Gambino. Assessorato che nel frattempo è lambito da un’altra inchiesta su presunte violenze della polizia locale ai danni di alcuni fermati, nella quale però l’ex assessore non è indagato.

Il dossieraggio – Il sinistro reso pubblico per danneggiare Salis era successo il 24 maggio 2024, quando aveva investito un pedone in corrispondenza di un semaforo. In una prima ricostruzione pubblicata da La Verità e basata sulle informazioni passate da Gambino il semaforo per le macchine era rosso, poi lo stesso quotidiano ha rettificato scrivendo che in realtà era verde, come riportato negli atti ufficiali. Salis ha dichiarato che il pedone si trovava nel «cono d’ombra» dietro il montante dell’auto, e che dopo l’impatto era scesa a prestare soccorso. «Ma sono successe altre cose, molte non le ho dette» ha fatto sapere l’attuale sindaca di Genova oggi 19 giugno, in un’intervista a La Stampa. «Oltre i droni fuori dal terrazzo di casa anche il fatto di essere stata seguita, di avere la percezione di persone che mi fotografavano», ha raccontato, «ogni volta che veniva fatto notare l’accanimento nei miei confronti dalla destra dicevano che non dovevo fare la vittima». SU Gambino ha aggiunto: «Sicuramente pur nel garantismo avrei riflettuto sul fatto di sospendermi anche dal Consiglio comunale». L’ex assessore ha infatti partecipato a Genova al primo consiglio riunito dopo elezioni. «Ho deciso di autosospendermi dal mio partito di appartenenza, Fratelli d’Italia», ha scritto Gambino in una nota diffusa dal suo avvocato, «proseguirò, invece, nel mio percorso di consigliere comunale per adempiere al mandato che i cittadini mi hanno conferito».

Il sistema corruzione – Appalti irregolari, biglietti gratis, procedure illegali fatte da funzionari «compiacenti». E poi l’accusa di arricchirsi con l’accoglienza dei migranti. Se il sabotaggio di Salis è il fatto più rilevante sul piano politico, la parte più corposa dell’inchiesta riguarda una serie di episodi addebitati dai magistrati a Gambino e ad alcuni imprenditori. Tutti indagati come lui di corruzione, per un totale di 7 persone. In molti casi i reati contestati riguardano il sistema di accoglienza, per cui sono indagati anche il governatore della Misericordia di Genova centro e un imprenditore di strutture per migranti. Alcune tangenti sarebbero state riscosse attraverso una società della moglie di Gambino (non indagata), in cambio di permessi e anche biglietti gratis per lo stadio.
Secondo la procura però ci sono vari altri profili di accusa da accertare: «Responsabilità concorrenti (…) ricadono su agenti pubblici che avessero la gestione diretta dei procedimenti amministrativi, con adozione dei pertinenti atti; procedimenti riconducibili come capofila all’assessorato alle Politiche Sociali». Lorenza Rosso, l’ex assessora che ne era a capo, non risulta al momento indagata.

Le indagini sulla polizia locale – Un filone parallelo ha portato la procura a indagare 15 vigili, accusati di peculato e violenze. Gli investigatori si erano mossi in seguito alla segnalazione di due poliziotte della municipale, che avevano rivelato l’esistenza di una chat (chiamata “Quei bravi ragazzi”) dove alcuni agenti condividevano foto dei fermati malmenati e altro materiale. Secondo quanto emerso, tra le varie pratiche c’era anche quella di accumulare dosi di droga per usarle come prova contro gli arrestati che non ne venivano trovati in possesso.