Dopo una breve pausa, l’ex presidente della Bce e presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi inizia il secondo giro di consultazioni. I nodi da sciogliere sono ancora molti, primi fra tutti la definizione di un programma e la squadra di Governo. Questa può essere la settimana decisiva che potrebbe portare alla formazione di un nuovo esecutivo: inizia nel pomeriggio di lunedì 8 febbraio, e potrebbe concludersi venerdì 12 con la salita al Quirinale.

Lunedì 8 – A inaugurare questo nuovo round di colloqui con Draghi saranno prima le forze sociali e poi i partiti più piccoli. Al centro della giornata dell’8 febbraio c’è il gruppo Misto, con tutte le sue declinazioni, e quello per le Autonomie. I primi in ordine cronologico saranno i deputati delle Minoranze Linguistiche, seguiti da quelli del Movimento associativo italiani all’Estero (Maie), Psi, +Europa, Radicali Italiani, Noi con l’Italia, Usei, Cambiamo! e Alleanza di Centro. Per quanto riguarda il Senato si comincerà alle 16 con +Europa e Azione, seguiti da Idea e Cambiamo!. La giornata si concluderà con il Centro Democratico e Italiani in Europa (gruppo Misto della Camera) e con l’incontro con il gruppo per le Autonomie (Svp-patt, Uv) del Senato.

Martedì – Nel secondo giorno del nuovo giro di consultazioni sono previsti gli incontri con tutti i gruppi parlamentari. I primi a sedersi al tavolo con Draghi saranno i cosiddetti ‘responsabili’, ovvero l’unione di Europeisti-Maie-Centro Democratico nata al Senato dopo le dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Uno dopo l’altro verranno poi ascoltati gli altri, grandi e piccoli, cominciando da Liberi e Uguali e Italia Viva. Nel primo pomeriggio toccherà a Fratelli d’Italia, per poi finire con Pd, Forza Italia, Udc, Lega, Partito Sardo d’Azione e M5S. Al termine dei colloqui, il premier incaricato avrà le risposte necessarie per poter riferire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella i risultati di questi incontri.

Scadenze – L’obiettivo è giurare entro lunedì 15 febbraio. Tuttavia, in caso di esito positivo di questo secondo giro, è probabile che Draghi possa salire al Quirinale già mercoledì 10, o addirittura martedì sera. In questo caso, sarebbe lecito ipotizzare che per venerdì 12 una squadra di Governo si sia delineata, e che il giuramento sia possibile. Nel frattempo, il presidente uscente Conte ha invitato i parlamentari del M5S a sostenere Draghi: «Non è il momento dell’autoisolamento» ha detto, escludendo però la sua presenza nel prossimo governo.

Le conclusioni della settimana di consultazioni – Il primo round di incontri, concluso sabato 6 febbraio, ha portato il sostegno di Pd, Forza Italia, oltre a Lega e parte del M5S. Nel Movimento chi si è dichiarato contrario al governo Draghi è Alessandro Di Battista, mentre totale è stato il rifiuto di Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia che ha definito la maggioranza che si sta delineando in questi giorni come «un’ammucchiata che finirà per costringere il premier a continue mediazioni dal basso». A occupare la scena del dibattito politico negli ultimi giorni è stata la decisione presa dalla Lega, in particolare dal suo leader Matteo Salvini. Dopo il colloquio con Draghi tenuto il 6 febbraio, ha assicurato di essere pronto a sostenere il nuovo governo, a patto che si ragioni su «un progetto di Paese che ci convince e ovviamente della durata dei mesi che sarà», ha detto a Radio24. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha ribadito nella puntata del 7 febbraio di Mezz’ora in più la volontà di sostenere questo Governo in costruzione, almeno per i primi tempi: «Vedremo se in tre mesi il governo darà un segnale di svolta».