Angelino-Alfano-scontro-col-centrodestra

Ci si è messo anche Maroni a soffiare sul fuoco che, dalle regionali dello scorso 23 novembre, brucia tra le due fazioni del centro destra. In Emilia Alan Fabbri contro Alessandro Rondoni, in Calabria Wanda Ferro contro Nico D’Ascola. Forte del risultato locale Berlusconi aveva infatti definito Salvini “un attaccante, un goleador”, aprendo alla possibilità che il leader del Carroccio potesse diventare anche il leader dell’intero centro destra. Ma queste dichiarazioni non hanno trovato il consenso dell’ex ministro Fitto che, dopo la richiesta di azzerare tutte le nomine per dare il via a una fase di rinnovamento interno a Forza Italia, ha dichiarato “Non siamo gregari di nessun Matteo”, riferendosi a Renzi e Salvini.

Per non parlare di Alfano, che da sempre sostiene: “Non abbiamo nulla a che fare con Salvini”. E quindi, neppure con Berlusconi. Una voragine, insomma, riaperta dal ministro dell’Interno durante la sua partecipazione, la mattina del 27 novembre, alla trasmissione Radio Anch’io. L’attacco alla Lega è soprattutto sul tema dei migranti: “L’Italia è un Paese accogliente, ma stanco. Con l’eccesso di accoglienza si alimenta il razzismo. Se non si vuole un’Italia xenofoba e che vota Lega, non possiamo accogliere tutti”. A Berlusconi Alfano manda a dire: “Non è possibile immaginare un centrodestra guidato dalla destra estrema. Non sarebbe un centrodestra, in Europa e nel mondo non esiste un centrodestra così”.

Non si è fatta attendere la replica del presidente della regione Lombardia Roberto Maroni. Che, in un tweet, ha risposto così ad Alfano: “‘La Lega è un partito di estrema destra’. Cazzate: la Lega è un partito di successo, con idee concrete e uomini liberi e capaci”.

Clara Amodeo