Si è spento a Roma, a 88 anni, Antonio Maccanico. Nato ad Avellino il 4 agosto del 1924, dopo la laurea in giurisprudenza nel 1946 all’Università di Pisa, ha dedicato all’attività politica gran parte della sua vita. Ma è stato anche presidente di Mediobanca, succedendo alla gestione del banchiere Enrico Cuccia.

Il giurista irpino, nella sua lunga carriera, ha ricoperto numerose cariche istituzionali. Da segretario generale del Quirinale con Sandro Pertini, a ministro delle Telecomunicazioni , per gli Affari Regionali e per i Problemi istituzionali. Fino a diventare sottosegretario alla presidenza del Consiglio con Carlo Azeglio Ciampi.

Nel 1978 lo chiamò a ricoprire il ruolo di Segretario Generale della Presidenza della Repubblica il neoeletto Presidente Sandro Pertini, che lo nominò anche consigliere di Stato. Da ministro delle Telecomunicazioni presentò un disegno di legge che passerà alla storia come “Legge Maccanico”, con cui veniva istituita un’autorità a garanzia dell’indipendenza nelle comunicazioni e una normativa sui sistemi di telecomunicazioni e radiotelevisione.

Fu poi l’estensore del “Lodo Maccanico”, che prevede la non procedibilità e la sospensione dei processi in corso per le cinque più alte cariche dello Stato. Proposta poi sconfessata dopo il maxi-emendamento a firma Schifani.

Sono numerose le reazioni di cordoglio delle forze politiche, che lo ricordano all’unanimità come una grande personalità dalla forte passione civile.

“Scompare un uomo che ha onorato le istituzioni con la sua intelligenza, la sua alta sensibilità istituzionale e la costante volontà di contribuire al miglioramento della res publica”, ha commentato il premier Mario Monti in una nota da Palazzo Chigi.

Silvia Ricciardi