Buona scuola sì, no, forse. La maggioranza delle proposte elettorali in materia di istruzione parte dalla legge Renzi-Giannini. La riforma, entrata in vigore lo scorso anno, ha introdotto l’alternanza scuola-lavoro obbligatoria negli ultimi tre anni delle superiori, ha cambiato le modalità di reclutamento degli insegnanti di medie e superiori, introducendo il Fit, un percorso triennale di “formazione iniziale e tirocinio” retribuito, cui si accederà tramite concorso. La legge 107 inoltre ha dato maggiori poteri ai dirigenti scolastici, consentendo loro di scegliere i neoassunti dagli albi territoriali e di valutare i docenti, che sulla base di questo giudizio possono ottenere un bonus. E proprio su questi punti i partiti che si sfideranno alle proprie elezioni si dividono. Prima di entrare nei dettagli, è necessario precisare che i programmi tendono a dare più spazio a principi e linee guida che a proposte politiche specifiche. E, laddove ci sono, non sempre viene spiegato come si pensa di attuarle. Un obiettivo comune è quello di rilanciare la formazione. Ecco una sintesi delle idee dei principali partiti.

Forza Italia –  La prima proposta del programma è dare più libertà di scelta alle famiglie nell’offerta formativa, cui segue l’abolizione di “anomalie e storture della Buona scuola”. Si fa riferimento anche a un piano di edilizia scolastica, al rilancio dell’Università e al sostegno alla meritocrazia. Un obiettivo più specifico è quello dell’azzeramento progressivo del precariato, anche se non vengono precisate le modalità di intervento.

Lega –  Tra le priorità del programma c’è quella di rivedere l’alternanza scuola- lavoro, così come la “chiamata diretta” dei presidi. Per il reclutamento dei docenti ritorna la vecchia idea di un’assunzione su base regionale con “domicilio professionale”. Si propongono anche asili nido gratuiti, almeno fino a 60mila euro di reddito, e l’istituzione di un ciclo scolastico unico dalle elementari alle medie. Si punta all’abolizione del numero chiuso nelle università, sostituendolo con una selezione al primo anno di studi.

Fratelli d’Italia – Alle proposte del programma di coalizione si aggiungono quelle di una maggiore autonomia amministrativa e finanziaria delle scuole e della riduzione del numero degli atenei, per “cancellare duplicazioni e sedi inutili”. Si propone inoltre di rendere immediatamente disponibili i fondi per l’edilizia scolastica escludendoli dal patto di stabilità.

+ Europa – Vuole rafforzare alcuni elementi della “Buona scuola”, estendendo criteri di valutazione e meccanismi premianti anche per i dirigenti scolastici e potenziando l’alternanza scuola-lavoro. In ambito universitario si propone l’abolizione del valore legale del titolo di studio, per «generare una competizione virtuosa tra gli atenei sulla base dell’effettiva qualità dell’offerta formativa». Un altro obiettivo del programma è l’istituzione di un’agenzia per la ricerca che sappia indirizzare in modo strutturale e permanente gli investimenti secondo una strategia di medio e lungo periodo.

Partito Democratico – Propone alcuni correttivi alla riforma Renzi-Giannini come la ridefinizione degli obiettivi dell’alternanza scuola-lavoro, maggior riconoscimento del ruolo dei docenti e del personale Ata. Nel programma si punta al potenziamento del tempo pieno alle elementari e all’istituzione di “aree di priorità educativa” nelle zone con i più alti tassi di abbandono scolastico. Obiettivi più specifici: il reclutamento di 10mila ricercatori in 5 anni e la realizzazione di un centro internazionale di ricerca a Napoli. Si torna a parlare anche di lauree professionalizzanti.

Liberi e Uguali –  Il primo obiettivo del programma è l’abrogazione della legge 107 e dei suoi decreti attuativi. Per quanto riguarda il diritto allo studio, si punta a rendere gratuito l’intero percorso educativo, attraverso l’abolizione delle tasse universitarie. Viene proposto un piano pluriennale per stabilizzare il precariato, l’adeguamento degli stipendi di docenti e personale Ata agli standard europei. Per garantire maggiori finanziamenti a università e ricerca l’idea è quella di negoziare con l’Europa un aumento del Pil.

Movimento 5 stelle- Primo obiettivo: abrogazione della chiamata diretta e delle misure introdotte dalla Buona scuola per il reclutamento dei docenti. Per rimediare al problema delle “classi pollaio” viene fissato un tetto massimo di 21 alunni per aula. Si parla anche di estensione del tempo pieno e si propone l’assunzione di nuovi dirigenti per limitare le reggenze. Nel programma ritorna anche la proposta di rivedere il sistema Invalsi, giudicato dannoso, perché renderebbe eccessiva la competizione tra le scuole e tra gli studenti.