Tanti numeri per un voto. I risultati finali sono facili da interpretare, ma come orientarsi nella selva di cifre e dati non ancora definitivi? Ecco una piccola guida alla statistica elettorale. I principali strumenti che permettono di analizzare l’andamento del voto sono i sondaggi, gli exit poll e le proiezioni elettorali.
Vediamoli uno per uno:
I sondaggi
Possono influenzare l’elettorato e per questo vengono diffusi solo fino a quindici giorni prima della data del voto. Si tratta di un tipo di indagine su un campione di popolazione, che – quando è scelto secondo rigorosi criteri statistici – si può considerare rappresentativo della volontà comune.
Gli exit poll
Sono una particolare categoria di sondaggi realizzati all’uscita dei seggi, quando il voto è ancora in corso. In pratica, l’intervistatore chiede agli elettori cos’hanno appena votato, garantendo ovviamente l’anonimato della persona intervistata. Si tratta anche in questo caso di un’analisi a campione e per questo non sempre rappresentativa della tendenza reale. Non è detto infatti che il gruppo scelto rispecchi l’intera popolazione. Inoltre, è sempre possibile che l’intervistato non dica la verità.
Le proiezioni
Al contrario degli exit poll, si basano su dati reali e per questo vengono considerate più affidabili. Come funzionano? Alla chiusura dei seggi, man mano che l’attività di spoglio procede, si fa una proiezione del risultato finale. Tutto questo è possibile grazie ad un modello matematico e statistico, che usa i dati parziali per descrivere la tendenza generale. Anche in questo caso il problema è il campione: non è detto che i seggi più veloci nello spoglio siano anche i più rappresentativi, specialmente in un paese come l’Italia dove le preferenze elettorali sono molto diverse da regione a regione. Proiezioni affidabili dovrebbero basarsi sui risultati di almeno metà dei seggi nazionali.
Lucia Maffei
Maria Chiara Furlò