Quella che agli exit poll già si annunciava come una vittoria, al termine degli spogli si rivela quasi un trionfo per il candidato del centrodestra Nello Musumeci, che ottiene 36 deputati sui 70 dell’Assemblea regionale siciliana e stacca di sei punti percentuali il cinquestelle Giancarlo Cancelleri, che si ferma a 20 deputati. Più che doppiato anche Fabrizio Micari del Pd, con 13 deputati, che alle elezioni regionali in Sicilia prende sei punti percentuali in meno rispetto alla sua coalizione: frutto del voto disgiunto di molti elettori Pd e dei partiti alleati che hanno votato il loro partito in Assemblea ma Cancellieri come candidato governatore.

Il neo presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci

Nessuna alleanza – A questo punto Musumeci non ha bisogno di fare alcuna alleanza con il Pd per avere la maggioranza nell’Assemblea regionale siciliana. Ma dovrà fare i conti con le cinque liste del centrodestra che lo supportavano, che hanno raccolto in totale il 42 per cento, anche in questo caso più dei voti raccolti da lui personalmente come candidato governatore. Un’anomalia che Musumeci giustifica con la presenza degli “impresentabili”, che avrebbero raccolto voti che non sono andati a lui come governatore, riferendosi in particolare al figlio dell’ex pd Francantonio Genovese, candidato a Messina per Forza Italia.

Miccichè e lo scenario nazionale – Anche Gianfranco Micciché di Forza Italia, in un’intervista al Messaggero, esclude a questo punto qualsiasi alleanza locale con il Pd: «Ci davano per morti e ora non potremmo essere più vivi di così, abbiamo fatto finalmente un gioco di squadra, dopo tante divisioni che hanno anche portato allo sciagurato governo di Rosario Crocetta». E già immagina il voto proiettato su uno scenario nazionale, dove la Lega ha ben altri numeri: «Qui in Sicilia la Lega ha pochissimi voti. Provate a pensare che cosa sarà al Nord, quando al nostro 40 per cento si uniranno tutti i consensi del Carroccio – e continua –. Al povero Renzi, se ci chiedesse le larghe intese, dovremo rispondere: “No, grazie, possiamo fare maggioranza da soli”».

Berlusconi e Salvini – Al netto delle polemiche regionali la vittoria siciliana a livello nazionale dà nuova forza a Silvio Berlusconi che, pur essendo stato all’inizio contrario alla candidatura Musumeci, vede confermata l’ipotesi vincente di un centrodestra spostato al centro. Alleato all’Udc, il Cavaliere pensa di potercela fare anche a livello nazionale e accelera sul progetto di un cantiere centrista per le prossime elezioni, tagliando fuori Fratelli d’Italia e Lega dalla corsa alla leadership. Lo frena Salvini, che dalle pagine di Repubblica rivendica il ruolo determinante del suo partito nella vittoria: «100 mila voti, esattamente la differenza che passa tra Musumeci e Cancellieri» e dedica la vittoria del candidato del centrodestra a Totò Cuffaro.

La sconfitta di M5S e Pd – Il primo partito per numero di voti in Sicilia è il Movimento 5stelle, che presentandosi da solo resta all’opposizione. Il candidato Cancelleri ha parlato subito di voto “contaminato”, ma i riflettori sul suo partito sono stati catalizzati dalla mossa di Di Maio di sfidare Matteo Renzi a un confronto televisivo, salvo poi tirarsi indietro all’uscita dei primi risultati siciliani. «Mi confronterò con la persona che sarà indicata come candidato premier da quel partito o quella coalizione», ha scritto Di Maio. Sul fronte Pd, se dopo la sconfitta in Sicilia il candidato per Palazzo Chigi non è più Renzi, il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato precisa: «Il fatto che tutti identifichino Renzi come l’avversario significa che è in campo, Franceschini e gli altri hanno ribadito che non è in discussione il suo ruolo». E chiarisce qual è il futuro della coalizione in vista delle elezioni: «Penso che abbiamo bisogno dell’alleanza più larga possibile: non c’è un leader della coalizione ma ogni partito farà la sua corsa, si vedrà dopo le elezioni chi ha preso più voti. Lo stesso accade nel centrodestra». Anche Matteo Renzi prova a togliere dal campo la questione della sua leadership: «Neanche il centrodestra ha un candidato unico. Nella nostra coalizione ci può essere Grasso, ci può essere Pisapia. Giocheremo a più punte e dopo le elezioni si vedrà».

Il candidato alla presidenza della Regione Sicilia Giancarlo Cancelleri con Luigi Di Maio, candidato premier del M5s