ministro-cancellieri-470x262-2Alla vigilia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il Ministro della giustizia Annamaria Cancellieri riapre il dibattito sul numero di processi pendenti e l’indulto. “L’alto numero di condanne ed i limitati stanziamenti sul relativo capitolo di bilancio, hanno comportato un forte accumulo di arretrato del cosiddetto debito Pinto che, ad ottobre 2013, ammontava ad oltre 387 milioni di euro”, ha detto il guardasigilli alla Camera nel suo intervento sull’amministrazione della giustizia.

Preoccupa il numero di ricorsi, quasi un migliaio, proposti alla Corte Europea dei Diritti Umani, per lamentare i ritardi nei pagamenti degli indennizzi  e ciò comporterà ulteriori esborsi a carico dello Stato. “Al Parlamento resta la responsabilità di scegliere se ricorrere a quegli strumenti straordinari evocati dal Presidente della Repubblica e che certamente ci consentirebbero di rispondere in tempi certi e celeri alle sollecitazioni del Consiglio d’Europa” ha detto la Cancellieri, riferendosi all’amnistia e all’indulto.

Facendo un primo bilancio sugli esiti del decreto carceri varato lo scorso dicembre, i risultati sembrano incoraggianti. Il numero di detenuti in carcere al 9 gennaio 2014 erano in progressiva diminuzione rispetto alla rilevazione del 4 dicembre 2013. Si è inoltre registrato un dimezzamento degli ingressi mensili.  Il Ministro ha voluto sottolineare che le misure programmate “non producono un’alterazione dell’equilibrio sociale, poiché non è previsto alcun automatismo nella concessione dei benefici penitenziari.”

Ottimismo, insomma, da parte del Ministro, che sprona il Parlamento a fare di più: “L’attuale condizione di difficoltà del sistema giudiziario nel nostro Paese, non deve far prevalere l’erronea convinzione che le cose non possano migliorare, tutti possiamo contribuire a far sì che l’ottimismo della volontà prevalga sul pessimismo della ragione”.

Ma per Andrea Coletti, M5S, intervenuto in aula, Anna Maria Cancellieri sarebbe inadeguata a ricoprire sul ruolo di Governo: “Non abbiamo fiducia nell’operato del guardasigilli: il suo ministero dovrebbe lottare contro la mafia, non per fare uscire i mafiosi dal carcere”, ha concluso Colletti riferendosi alle intercettazioni del boss Riina. Mentre il democratico Danilo Leva ha ribadito che: “Ogni riforma deve passare dalla condivisione e la politica deve creare il clima nel Paese perché le riforme possano andare avanti”.

 Silvia Sciorilli Borrelli